giovedì 9 giugno 2011


Roma guarda a Israele: “Un legame forte con il Maccabi per i progetti futuri”

Un viaggio per tastare il polso, conoscere e stringere relazioni con il Comitato Olimpico Israeliano e con i vertici mondiali del Maccabi. Un’occasione unica per approfondire le politiche su riciclaggio e sicurezza della municipalità di Tel Aviv, un modello di efficienza a livello mondiale. E poi l'abbraccio commosso con i genitori di Gilad Shalit con l'auspicio un pronto ritorno a casa del soldato di Tsahal da quasi cinque anni nelle mani di Hamas. All’alba della candidatura ufficiale di Roma alle Olimpiadi del 2020, la recente visita in Israele del sindaco Gianni Alemanno ha rappresentato un passaggio fondamentale per la Capitale in vista di un suggestivo percorso olimpico che va gradualmente delineandosi. Tracciamo un bilancio dei giorni israeliani di Alemanno con il presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello. Mediatore del sindaco in questa preziosa occasione di confronto con molte autorità sportive e istituzionali di Israele, Pavoncello siede assieme alla vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti ai vertici europei della federazione e riveste alcuni incarichi anche nella Maccabi World Union.Cosa ha significato la visita di Alemanno al Plenum del Maccabi?La visita di Alemanno ha avuto grande significato. Era importante, per Roma e per la sua candidatura olimpica, tastare e valutare quali fossero gli umori. Il Maccabi è un ente internazionale ramificato in molti paesi, i suoi collegamenti sono seri e tangibili. Non dimentichiamoci che ad oggi la Maccabiade è il terzo evento sportivo al mondo. Aver quindi ascoltato, oltre ai vertici anche i singoli presidenti dei Territorial Organisation (T.O.), si è rivelata un’esperienza molto istruttiva nel proseguo di questo cammino. Il legame tra l’altro è molto forte. Roma avrà infatti il supporto di Israele nella corsa all'assegnazione dei Giochi 2020. Forse sarà anche complice. Parallelamente la Capitale potrà contare anche sull’appoggio del Maccabi. Tutti i Maccabi mi hanno garantito il loro sostegno, tutti incondizionatamente.Il sindaco si è molto soffermato sull’esperienza di successo della Maccabiade svoltasi a Roma nel 2007. Cosa lo ha colpito in particolare secondo te?Essenzialmente che delegati di ogni provenienza gliene abbiano parlato in termini entusiastici. Niente che facesse riferimento agli stereotipi dell'italiano medio. Tutti hanno parlato di Roma e della grande cerimonia di apertura dimostrando il loro amore per la più bella città del mondo. Questo lo ha molto impressionato.Quali sono state più in generale le sue reazioni al viaggio in Israele?La mia impressione è che almeno all'inizio Alemanno non capisse il fortissimo legame che unisce gli ebrei in tutte le parti del mondo. Ricoprendo un ruolo di altissimo profilo istituzionale, gli sembrava quasi impossibile che le porte di ogni luogo gli fossero aperte in quel modo fraterno. È tornato a Roma entusiasta. D’altronde ha avuto modo di fare incontri unici: dal vertice sulla sicurezza e sul riciclaggio col sindaco di Tel Aviv Ron Huldai - a colpirlo in particolare alcune iniziative che fanno di Tel Aviv una città pulita, libera da bottigliette di plastica e altri rifiuti - all’abbraccio commosso con i genitori di Gilad Shalit nella tenda del padre Noam, dal confronto di idee con i vertici del Comitato Olimpico israeliano e del Maccabi a una suggestiva passeggiata notturna a Gerusalemme con la guida eccezionale del rav Riccardo Di Segni.Tra i tanti momenti significativi di questo viaggio hai citato l’incontro con i genitori di Gilad Shalit. Che impressioni hai avuto?Pur arrivando da Israele notizie incoraggianti sulla sorte di Shalit, ho visto i suoi genitori rassegnati rispetto a soltanto un anno fa quando Roma li aveva accolti spegnendo le luci del Colosseo nel quarto anniversario del rapimento di Gilad. Questa situazione mi ha molto addolorato e la stessa sensazione l’ha provata anche Alemanno, che si è intrattenuto a lungo con loro condividendone la sofferenza. Sono sicuro che il sindaco organizzerà una grande manifestazione il 25 giugno prossimo, data in cui cadrà il quinto anniversario di quel giorno maledetto. Anche se mi auguro che in quella circostanza, invece di chiederne la liberazione, potremo festeggiare il ritorno a casa del ragazzo.Giochi Europei di Vienna: un altro grande appuntamento è alle porte. Come si sta preparando la Federazione Italiana alla manifestazione in programma nella capitale austriaca a luglio?Con mille difficoltà. Faremo come sempre la nostra bella figura ma sinceramente mi aspettavo un'adesione più massiccia e meno problematica. Quelli del Maccabi sono valori che rafforzano la nostra identità. Ma senza aiuti da parte delle istituzioni, ebraiche e non, diventa tutto più difficile. Purtroppo mi sembra una candela che va inesorabilmente pian piano spegnendosi.Adam Smulevich, http://www.moked.it/

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