giovedì 22 settembre 2011


Diffamare Israele: ecco il copione in scena all’Onu

Il Giornale, 19 settembre 2011 Fiamma Nirenstein

Comincia una settimana drammatica all’Onu, l’istituzione internazionale più importante e spesso la più dannosa e confusa. Dall’Onu, poiché è nelle mani di una maggioranza automatica di stati islamici e di ex Paesi non allineati, più che soluzioni ci si possono aspettare equivoci e violazioni dei diritti umani. E così si presenta lo scontro di questa settimana: da una parte l’Autonomia Palestinese che chiede il riconoscimento unilaterale di uno Stato, cioè cancello tutto, mi disegno da solo i miei confini, risolvo io problemi bilaterali spinosissimi come i profughi e Gerusalemme, senza trattative, senza garanzie di sicurezza per Israele, se! nza riconoscerlo come stato del popolo ebraico, senza i precedenti dell’Onu, del quartetto, della road map; dall’altra parte Israele, affranto dalla solita menzogna: è lui che opprime, che non vuole fare la pace. Nessuno ricorda che Israele lascia la terra appena pensa di essere in sicurezza, lo ha fatto in Sinai, in Libano, a Gaza, ha lasciato con l’accordo di Oslo tutte le città palestinesi. L’Onu spinge la favola dei paesi occidentali oppressori e imperialisti, non mette in conto ai palestinesi il regime di fatto autoritario, l’enorme potere di Hamas, le persecuzioni di omosessuali e dissidenti politici.I palestinesi hanno di fatto, a ogni trattativa, rifiutato l’accordo con Israele, il sogno è che svanisca: anche questa volta rifiutano di trattare senza che nessuno gli ricordi come abbiano rifiutato gli accordi con Rabin, con Barak, con Olmert, la proposta di Netanyahu di sedersi e parlare. Ci sono in queste ore trattative frenetiche sulle opzioni Co! nsiglio di Sicurezza-Assemblea Generale. I palestinesi se l’Europa li sosterrà in Assemblea generale, sono pronti a rinunciare per ora al Consiglio di Sicurezza, dove l’America ha promesso il veto. Ma l’Europa è spaccata, propende in parte per una soluzione di membro osservatore, ma non si sa se ai palestinesi basterebbe né se alla fine alcuni stati europei (fra cui l’Italia), che sanno che l’unilateralismo rompe il principio stesso della legalità internazionale e che per fare la pace si deve trattare, ci starebbero. Lo scontro servirà ad Abu Mazen per farne il capo di un movimento internazionale che genererà la solita diffamazione di Israele, e forse molta violenza. Il seguito a questa settimana.

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