L’Autorità per l’acqua israeliana ha approvato la costruzione di un acquedotto che colleghi Gerusalemme con impianti di desalinizzazione presenti sulla costa. Il progetto vale 1.2 miliardi di NIS (circa 240 milioni di euro) e rappresenta la grande opera di proporzioni più vaste prevista per i prossimi anni in Israele. La nuova infrastruttura dovrebbe essere operativa per il 2018; una volta ultimata, consentirà a Mekorot, la compagnia idrica nazionale, di quadruplicare la quantità d’acqua portata quotidianamente a Gerusalemme, passando così da 414mila metri cubi a 1.66 milioni di metri cubi.In futuro, l’acquedotto consentirà anche di far arrivare acqua potabile ai centri palestinesi vicini alla Città santa, e persino di rifornire la Giordania. Attualmente, il consumo d’acqua a Gerusalemme cresce del 2.5% all’anno; senza l’acquedotto di fresca approvazione, intorno al 2020 la città si sarebbe trovata a dover fare i conti con una penuria di acqua. Non solo: «Collegare Gerusalemme con gli impianti di desalinizzazione sulla costa – ha dichiarato infatti l’amministratore delegato di Mekorot, Shimon Ben Hamo – è parte di una nostra strategia più ampia, che punta a costruire una nuova linea di trasporto dell’acqua che attraversi il Paese da est a ovest. In altre parole, una rivoluzione delle infrastrutture». Ben Hamo ha anche spiegato che l’aspetto più complicato dal punto di vista ingegneristico sarà la realizzazione di un tunnel lungo 13 chilometri pensato per minimizzare l’impatto ambientale dell’acquedotto sulle riserve naturali presenti nell’area circostante Gerusalemme.14 novembre http://www.focusmo.it/
martedì 15 novembre 2011
Israele: approvata costruzione di acquedotto
L’Autorità per l’acqua israeliana ha approvato la costruzione di un acquedotto che colleghi Gerusalemme con impianti di desalinizzazione presenti sulla costa. Il progetto vale 1.2 miliardi di NIS (circa 240 milioni di euro) e rappresenta la grande opera di proporzioni più vaste prevista per i prossimi anni in Israele. La nuova infrastruttura dovrebbe essere operativa per il 2018; una volta ultimata, consentirà a Mekorot, la compagnia idrica nazionale, di quadruplicare la quantità d’acqua portata quotidianamente a Gerusalemme, passando così da 414mila metri cubi a 1.66 milioni di metri cubi.In futuro, l’acquedotto consentirà anche di far arrivare acqua potabile ai centri palestinesi vicini alla Città santa, e persino di rifornire la Giordania. Attualmente, il consumo d’acqua a Gerusalemme cresce del 2.5% all’anno; senza l’acquedotto di fresca approvazione, intorno al 2020 la città si sarebbe trovata a dover fare i conti con una penuria di acqua. Non solo: «Collegare Gerusalemme con gli impianti di desalinizzazione sulla costa – ha dichiarato infatti l’amministratore delegato di Mekorot, Shimon Ben Hamo – è parte di una nostra strategia più ampia, che punta a costruire una nuova linea di trasporto dell’acqua che attraversi il Paese da est a ovest. In altre parole, una rivoluzione delle infrastrutture». Ben Hamo ha anche spiegato che l’aspetto più complicato dal punto di vista ingegneristico sarà la realizzazione di un tunnel lungo 13 chilometri pensato per minimizzare l’impatto ambientale dell’acquedotto sulle riserve naturali presenti nell’area circostante Gerusalemme.14 novembre http://www.focusmo.it/
L’Autorità per l’acqua israeliana ha approvato la costruzione di un acquedotto che colleghi Gerusalemme con impianti di desalinizzazione presenti sulla costa. Il progetto vale 1.2 miliardi di NIS (circa 240 milioni di euro) e rappresenta la grande opera di proporzioni più vaste prevista per i prossimi anni in Israele. La nuova infrastruttura dovrebbe essere operativa per il 2018; una volta ultimata, consentirà a Mekorot, la compagnia idrica nazionale, di quadruplicare la quantità d’acqua portata quotidianamente a Gerusalemme, passando così da 414mila metri cubi a 1.66 milioni di metri cubi.In futuro, l’acquedotto consentirà anche di far arrivare acqua potabile ai centri palestinesi vicini alla Città santa, e persino di rifornire la Giordania. Attualmente, il consumo d’acqua a Gerusalemme cresce del 2.5% all’anno; senza l’acquedotto di fresca approvazione, intorno al 2020 la città si sarebbe trovata a dover fare i conti con una penuria di acqua. Non solo: «Collegare Gerusalemme con gli impianti di desalinizzazione sulla costa – ha dichiarato infatti l’amministratore delegato di Mekorot, Shimon Ben Hamo – è parte di una nostra strategia più ampia, che punta a costruire una nuova linea di trasporto dell’acqua che attraversi il Paese da est a ovest. In altre parole, una rivoluzione delle infrastrutture». Ben Hamo ha anche spiegato che l’aspetto più complicato dal punto di vista ingegneristico sarà la realizzazione di un tunnel lungo 13 chilometri pensato per minimizzare l’impatto ambientale dell’acquedotto sulle riserve naturali presenti nell’area circostante Gerusalemme.14 novembre http://www.focusmo.it/
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