venerdì 11 novembre 2011


La misteriosa Praga di Wishnia

Nato allo scopo di diffondere la conoscenza della cultura ebraica e della sua produzione letteraria, il Premio letterario Adei-Wizo Adelina Della Pergola celebra quest'anno l'undicesima edizione. Appuntamento all'Accademia Navale di Livorno lunedì 13 novembre a partire dalle 17. Cinque i libri finalisti selezionati dalla giuria: per la categoria principale, oltre all'opera vincitrice “La simmetria dei desideri” di Eshkol Nevo, anche “Fratture” di Irit Amlel e “È andata così” di Meir Shalev. Per il premio narrativa ragazzi “Il quinto servitore” di Kenneth Wishnia, vincitore di categoria, e “La caccia di Salomon Klein” di Massimo Lomonaco. Una menzione speciale è andata a Claude Lanzman per il suo “La lepre in Patagonia”.
“Praga in versione XXI secolo si legge come il resoconto di un’investigazione mozzafiato: non puoi smettere di girare le pagine, e quando hai finito, ne vorresti ancora”. Così il giornale ebraico americano The Forward ha recensito il libro di Kenneth Wishnia Il Quinto servitore, vincitore del Premio Narrativa Ragazzi 2011. “In Europa il senso della storia è insito nelle persone e nella vita. Solo così un libro come il mio, che si svolge tra il Medio Evo e il Rinascimento, e che è pieno di riferimenti alla realtà dell’epoca, può essere apprezzato addirittura da un pubblico di giovani adulti”. Ama molto la storia Kenneth Wishnia, scrittore americano con un passato errante in giro per l’Europa. Passione ereditata dalla madre, storica di professione, ma frutto anche della sua vita vagabonda in giro per il mondo (sulla sua presentazione sul suo sito internet si vanta di aver “vissuto, lavorato e di essere stato inseguito dalla Polizia” in tre diversi continenti). Nonostante ammetta che in Europa le persone hanno un senso della storia molto più profondo di quanto avvenga negli Stati Uniti, Wishnia è quasi incredulo quando pensa a quanto il pubblico di liceali italiani che hanno partecipato all’assegnazione del Premio narrativa ragazzi Adelina Della Pergola abbia apprezzato il suo libro Il Quinto Servitore, pubblicato da Longanesi. Perché nei licei a stelle e strisce è difficile trovare ragazzi con un background storico abbastanza forte da apprezzare un libro come il suo, e lui se ne rende conto benissimo, visto che insegna scrittura e letteratura inglese all’università (al Suffolk Community College) e di studenti ne incontra tutti i giorni. Il Quinto servitore, l’ultima fatica di Wishnia, è il frutto di cinque anni di meticoloso lavoro (“è sempre così: faccio ricerche e prendo appunti a sufficienza per cinque libri, e alla fine ne scrivo uno solo”). L’atmosfera è quella della Praga ebraica del XVI secolo. Costretti a risiedere nel Ghetto, gli ebrei vivono però relativamente tranquilli, e la vita ebraica prospera. Fino al momento in cui alla vigilia di Pesach, anno 1592, una giovane cristiana viene trovata uccisa in una bottega. Lo spettro dell’accusa di omicidio rituale allo scopo di usare il sangue della ragazza per impastare le matzot minaccia di portare via alla comunità anche quel fondamentale barlume di libertà e sicurezza conquistata. Il protagonista Benyamin Ben- Akiva è arrivato da poco in città dalla Polonia per lavorare come assistente del rabbino di una delle sinagoghe del ghetto, ma soprattutto per riconquistare la moglie Reyzl, fuggita dall’oscurità della vita del loro piccolo shtetl polacco. Benyamin Ben-Akiva, “un ebreo alto dalla barba riccioluta” e un’aria di “controllata disperazione” ha solo tre giorni per smascherare il vero assassino e salvare così gli ebrei di Praga da “esilio, sterminio o entrambi”. E a investirlo della missione di “inquisitore del destino, ma dalla nostra parte” è niente meno che Rabbi Judah Loew, il creatore del leggendario Golem.I misteri per Kenneth Wishnia non sono una novità. All’attivo dello scrittore è infatti anche una serie di cinque romanzi incentrati sulle vicende della poliziotta newyorkese Filomena Buscarsela. “Anni fa il mio primo romanzo ‘Ventitre tonalità di nero’ fu rifiutato dall’editore cui lo mandai perché troppo ‘complesso e letterario’ - ricorda l’autore, evidenziando con un filo d’amarezza come solo negli Stati Uniti questa possa essere una critica negativa nei confronti di un libro - e anche troppo ‘politico’. Così quando fu pubblicato, e mi chiesero di descriverlo in poche parole scelsi di definirlo proprio un romanzo complesso, letterario e politico”. Di fronte alla stessa domanda per Il quinto servitore, Kenneth Wishnia riflette un attimo prima di rispondere. “Oscuro, romantico, sardonico” sceglie alla fine, sottolineando come l’umorismo cinico di cui il romanzo è pervaso rappresenta per lui una caratteristica insostituibile. Un romanzo di cui Wishnia è particolarmente soddisfatto “Se i miei precedenti libri erano paragonabili alla musica punk-rock, Il quinto servitore per me è come la musica classica, più denso, più introspettivo”.
“Questo libro è stata anche l’occasione per approfondire i temi legati all’ebraismo - spiega ancora lo scrittore - Io sono ebreo e mia moglie è cattolica. Quando mi sono sposato ho provato il desiderio di conoscere meglio la cultura di mia moglie. Ma studiando mi sono reso conto che non conoscevo affatto la mia. Così ho cercato di rimediare”. Di ricevere il premio Adei, Kenneth Wishnia si dice particolarmente orgoglioso: “Sono molto grato al pubblico femminile che si è sempre dimostrato attento alle mie opere. E non vedo l’ora di venire in Italia per la premiazione”. Rossella Tercatin, Pagine Ebraiche, novembre 2011

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