LE GELIDE PRIMAVERE DEL NORD AFRICA
(26/11/2011) - Quando dalle colonne di questo Giornale dissi, all’incirca lo scorso anno quando le rivoluzioni maghrebine iniziarono, che l’Islam moderato non esiste poiché lo stesso termine Islam significa “riscossa” e quindi conquista, qualche intellettuale ha storto il naso considerando troppo radicale la mia affermazione. Oggi i fatti si vedono: Egitto sconvolto dalle ribellioni dei “Fratelli Musulmani” che, dopo aver incentivato la caduta del vecchio ma “occidentalizzato” Moubarak vogliono il potere a ogni costo; Libia, sì liberata da Gheddafi, ma imbrigliata in istituzioni che si richiamano alla Sharia che non è certo un modello di democrazia avanzata; Tunisia, che dopo il profumo dei gelsomini, assapora quello dell’integralismo islamico; Marocco che stenta a mantenere una monarchia, quasi assoluta, ultimo baluardo contro il regime teocratico che avanza; Algeria “dormiente” ma con gli occhi rivolti all’Islam non certamente “moderato”; Siria nel caos in attesa di finire anch’essa nelle maglie di un governo teocratico. Domanda: non vi pare un film già visto nell’Iran del ‘79 quando l’Ayatollah Khomeini, protetto dai francesi per tanti anni, e visto con simpatia dagli Americani democratici di Carter (cui poi assaltò l’Ambasciata impossessandosene per circa due anni!), prese il potere sopprimendo ogni barlume di modernità e occidentalizzazione che lo Scià aveva tentato di introdurre, sia pure con metodi discutibili? Altra domanda: vi pare una concreta realtà, o una malcelata fandonia il concetto di “Islam moderato” portato avanti del Presidente turco Erdogan con il solo scopo di farsi ammettere nell’UE, portandoci in dono, oltre ai gravi problemi economici che già abbiamo,anche l’ingresso a pieno titolo della teocrazia musulmana nel contesto di Bruxelles e Strasburgo? L’unico punto di convergenza con la Lega Nord che posso avere è quello del rifiuto di fare “comunità” con questi popoli. Il loro ingresso a pieno titolo in Europa, anche per ragioni di “lavoro ed umanitarie”, minerebbe le stesse radici laiche e democratiche dell’Ue:avremmo il chador se non il burqa per le donne, il divieto di libertà di espressione della sessualità, l’imposizione diretta o indiretta dei dettami coranici con cui si dovrebbe volente o nolente convivere. Certo ogni popolo è libero di autodeterminarsi, senza però condizionare la libertà altrui, e un minimo comune denominatore di convivenza tra musulmani ed europei è a tutt’oggi un sogno difficile da realizzarsi. Rattrista vedere che la sinistra italiana, mai come oggi divisa e lacerata al suo interno, parli ancora di integrazione con le popolazioni dell’Islam promuovendo perfino la costruzione di Moschee in piena Milano. Lasciando l’Europa ai suoi drammi economici dei giorni nostri e tornando allo scacchiere mediorientale non vi sembra che “curiosamente” o artatamente si stia costituendo una vera e propria morsa di Stati filo- Iraniani attorno a Israele? E quale potrebbe essere il futuro dello Stato Ebraico circondato da una pletora di stati ostili,tra cui capofila l’Iran che sembrerebbe detenere armi atomiche? Certo un attacco ad Israele scatenerebbe un conflitto di vaste proporzioni,per non dire “mondiale”. Alla luce di queste constatazioni l’Europa dovrebbe più dedicarsi alla risoluzione dei suoi problemi finanziari che a magnanime importazioni di modelli di vita che non hanno pressocchè alcuna possibilità di convivere con la nostra civiltà, anzi finirebbero per fagocitarla. Meditiamo, amici, senza sognare troppo.http://www.imgpress.it/ Diego Spanò
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