In Israele «venticinquemila posti di lavoro sono a rischio». L’allarme viene da David Artzi, direttore dell’Istituto israeliano per l’export e la cooperazione internazionale. In un’intervista radiofonica, Artzi ha puntato il dito contro «le nubi scure sopra l’economia europea», in ragione delle quali «Israele deve essere pronto a direzionare le proprie esportazioni verso i mercati emergenti, come venne fatto già nel 2008».«Sto parlando – ha spiegato l’esperto – di Cina, India, Brasile, Vietnam e Russia». Secondo i dati raccolti dall’Istituto di Tel Aviv, «cinquecento imprese sono attualmente a rischio. Vale a dire il 30% del nostro settore industriale. Sto parlando di 25mila posti di lavoro, senza contare l’indotto». Ma la situazione «non è disperata». «Se facciamo quello che dobbiamo fare – ha concluso Artzi –, possiamo evitare di licenziare migliaia di lavoratori».http://www.focusmo.it/
mercoledì 7 dicembre 2011
Israele: necessita di dirigere le esportazioni verso mercati emergenti
In Israele «venticinquemila posti di lavoro sono a rischio». L’allarme viene da David Artzi, direttore dell’Istituto israeliano per l’export e la cooperazione internazionale. In un’intervista radiofonica, Artzi ha puntato il dito contro «le nubi scure sopra l’economia europea», in ragione delle quali «Israele deve essere pronto a direzionare le proprie esportazioni verso i mercati emergenti, come venne fatto già nel 2008».«Sto parlando – ha spiegato l’esperto – di Cina, India, Brasile, Vietnam e Russia». Secondo i dati raccolti dall’Istituto di Tel Aviv, «cinquecento imprese sono attualmente a rischio. Vale a dire il 30% del nostro settore industriale. Sto parlando di 25mila posti di lavoro, senza contare l’indotto». Ma la situazione «non è disperata». «Se facciamo quello che dobbiamo fare – ha concluso Artzi –, possiamo evitare di licenziare migliaia di lavoratori».http://www.focusmo.it/
In Israele «venticinquemila posti di lavoro sono a rischio». L’allarme viene da David Artzi, direttore dell’Istituto israeliano per l’export e la cooperazione internazionale. In un’intervista radiofonica, Artzi ha puntato il dito contro «le nubi scure sopra l’economia europea», in ragione delle quali «Israele deve essere pronto a direzionare le proprie esportazioni verso i mercati emergenti, come venne fatto già nel 2008».«Sto parlando – ha spiegato l’esperto – di Cina, India, Brasile, Vietnam e Russia». Secondo i dati raccolti dall’Istituto di Tel Aviv, «cinquecento imprese sono attualmente a rischio. Vale a dire il 30% del nostro settore industriale. Sto parlando di 25mila posti di lavoro, senza contare l’indotto». Ma la situazione «non è disperata». «Se facciamo quello che dobbiamo fare – ha concluso Artzi –, possiamo evitare di licenziare migliaia di lavoratori».http://www.focusmo.it/
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