mercoledì 11 gennaio 2012


72 pietre per ricordare

Continua a Roma l’installazione delle stolpersteine, le pietre d’inciampo ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per essere poste nei luoghi dove l’attraversamento di un portone significò, per decine di migliaia di persone in tutta Europa (ad oggi si contano circa 33mila stolpersteine), la deportazione verso i lager, l’assassinio a sangue freddo, il plotone di esecuzione. È il terzo anno consecutivo che questo innovativo e apprezzato lavoro sulla Memoria, coordinato dalla storica dell’arte Adachiara Zevi, arriva sui marciapiedi della Capitale. La terza edizione prevede la messa a dimora di 72 sampietrini. Il primo, ieri mattina, è stato posto di fronte all’abitazione di don Pietro Pappagallo, sacerdote pugliese vittima della repressione nazifascista alle Fosse Ardeatine il cui coraggio e la cui disinteressata opera di nascondimento dei perseguitati “di ogni fede e condizione”, come recita la targa che lo ricorda in via Urbana, furono tra gli altri magnificamente resi da Aldo Fabrizi nel film Roma città aperta.
(Nella foto la pietra d'inciampo posta questa mattina in ricordo di Amadio Sabato Fatucci in Lungotevere Sanzio. Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri la responsabile del progetto Adachiara Zevi, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il vicepresidente Anselmo Calò e il segretario generale Gloria Arbib)http://www.moked.it/

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