sabato 14 gennaio 2012



Turismo gay. Tel Aviv al top
di Marco Pasqua http://viaggi.repubblica.it/
Il sondaggio "Best of" lanciato sul web. La città israeliana surclassa Toronto e altre 50 mete. "In Israele comunità omosessuale libera come in nessun'altro Paese al mondo

Tel Aviv capitale mondiale del turismo gay, soffia lo scettro di "metropoli Glbt-friendly" a città come New York e San Francisco, tradizionalmente considerate tra le mete preferite dai turisti omosessuali. Il riconoscimento è arrivato attraverso la community virtuale americana di "GayCities", un sito attraverso il quale i viaggiatori condividono esperienze e consigli sulle loro vacanze. Lanciato nelle settimane passate, il sondaggio Best of Gay Cities 2011 ha registrato la partecipazione di decine di migliaia di internauti. In tutto nove categorie, con cinquanta città candidate, da Toronto a Santiago (passando per Roma). L'Italia non si è aggiudicata nessun premio. Quello più ambito, relativo alla "città dell'anno" rainbow, è andato a Tel Aviv, che ha raccolto il 43% dei consensi, distanziando di larga misura New York (14%). A seguire: Toronto, San Paolo, Madrid, Londra, New Orleans e, ultima, con il 4% di voti, Città del Messico. Tel Aviv viene definita dal sito come la "città che non riposa mai" - con le sue celebri feste in spiaggia - quella in cui "la comunità omosessuale, grazie anche alla tradizione democratica di Israele, gode di libertà politiche come in nessun altro Paese del Medio Oriente". Un riconoscimento che è stato comprensibilmente accolto con soddisfazione dalle autorità israeliane, in particolare da quelle della città di Tel Aviv, da tempo impegnate in un'attenta e meticolosa opera di promozione presso le comunità omosessuali di tutto il mondo. Campagne di stampa, sui social network, e persino appelli ai gay israeliani a trasformarsi in "ambasciatori" del loro Paese all'estero. Anno dopo anno, Israele ha puntato sull'inclusione, in un contesto, quello medio-orientale, contraddistinto da un atteggiamento di chiusura e condanna dell'omosessualità.
Nel 2007, ad esempio, il ministro del Turismo israeliano ha lanciato una campagna per attirare visitatori gay, servendosi di una foto che ritraeva due giovani ragazzi con la kippah, che si guardavano teneramente sullo sfondo di Gerusalemme. Pubblicità di Stato per difendere inclusione e tolleranza nei confronti di tutti i cittadini, israeliani e non, indipendentemente dall'orientamento sessuale. Due anni fa, l'ente del turismo ha investito oltre 80mila dollari per promuovere e veicolare l'immagine di una città gay-friendly, attraverso la campagna "Tel Aviv Gay Vibe". Sei mesi di messaggi diffusi attraverso i media e internet (con tanto di sito web dedicato). Più recentemente, il ministero israeliano per la diplomazia pubblica e per la diaspora ha anche nominato vari uomini e donne omosessuali come "volontari" incaricati di rappresentare il Paese nel mondo. Sul proprio sito web, il ministero ha incoraggiato le minoranze e i membri della comunità gay a farsi avanti per entrare a far parte degli inviati non ufficiali del Paese. Per il portavoce, Gal Ilan, un modo per "sottolineare le diversità che contraddistinguono Israele". Normale che la notizia del premio assegnato dal sito americano venga vista come un riconoscimento al lavoro svolto finora. Il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai, ha salutato con entusiasmo il riconoscimento, su Facebook: "La vittoria in questa gara è una ulteriore dimostrazione che la nostra è una città che rispetta tutte le persone e offre a tutti la possibilità di vivere secondo i loro valori e desideri. Questa è una città libera, in cui ognuno può sentirsi fiero per ciò che è". (12 gennaio 2012)

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