venerdì 24 febbraio 2012

I ragazzi della guerra imparano la pace

A Rondine, il villaggio che accoglie studenti da tutto il mondo. L'israeliano e la palestinese insieme: è la nostra diplomazia

RONDINE (Arezzo) - Kameliah è tesa, deve andare a Roma per definire la tesi del master in Relazioni internazionali e Sviluppo, Guy, appena laureato, la rassicura abbracciandola. Scene di vita quotidiana tra studenti che raccontano una storia partita da lontano e approdata alla Cittadella della Pace di Rondine, un vecchio borgo ristrutturato a picco sull’Arno. La storia di Guy, israeliano di Gerusalemme, e Kameliah, palestinese con passaporto giordano, nata a Gerusalemme e residente a Betlemme. Storia nelle storie, come quelle di Elmira, azera di Baku, Sultan, pakistano di Lahore, e Manuella, kosovara di Gjakova, ognuno alla ricerca di se stesso e dell’altro, per trasformare il conflitto in crescita e il domani in una speranza di pace.Parole che possono sembrare vuote e che solo venendo a Rondine e incontrando questi ragazzi si riempiono di contenuti reali, perché Rondine non è Camelot, non è un’utopia, ma una realtà nata grazie all’intuizione dello psicologo aretino Franco Vaccari, oggi presidente dell’Associazione, e al lavoro di tanti: «Giovani, formazione, merito, superando muri e confini, questo è il nostro metodo — racconta Vaccari — senza mai perdere di vista i ragazzi. Io qui porto la mia esperienza di quando a quindici anni facevo il doposcuola ai figli di contadini e muratori, così come quella dell’educatore che non si può permettere l’invidia perché deve gioire della crescita altrui». Lo studentato internazionale è nato quando nel 1997 l’Associazione (sorta nel ’90) decise di ospitare cinque studenti provenienti da Russia e Cecenia; era solo l’inizio di un cammino che ha fatto tanta strada, superando confini creduti invalicabili. Il fiore all’occhiello di una struttura, scintilla di molteplici attività, che ospita in media 25 studenti, con un teatro tenda da 250 posti, 67 locali, 17 dipendenti e un costo annuo di un milione e 200 mila euro. Guy si è laureato in filosofia politica alla Cesare Alfieri: «Volevo incontrare il mio nemico, oggi ho una seconda famiglia e una seconda casa».«Qui c’è pace e sicurezza — afferma Kameliah — il confronto è continuo e la conoscenza diventa sempre più profonda, osservando il mondo e l’altro fuori da me con una prospettiva diversa». Hanno voglia di raccontare e raccontarsi, perché a Rondine le radici s’irrobustiscono, svuotandole della diffidenza creata dalla propaganda politica e militare per riempirle di valori forti, come l’amicizia, il rispetto e la stima: «Io non avevo mai visto prima un armeno — sottolinea Elmira — ero curiosa e timorosa al tempo stesso. Qui sono cambiata, ho fatto un percorso dentro e fuori di me». «Nel mio passaporto c’è scritto che io posso andare ovunque fuorché in Israele — dice Sultan — così come gli israeliani non possono entrare in Pakistan. Il conflitto? È incredibile, con gli indiani condividiamo cultura, lingua e cucina, per secoli siamo stati una cosa sola». «Rondine è qualità della vita, educazione, comunità» replica Manuella, originaria di Gjakova, martoriata dai serbi e dalle bambe della Nato quando lei aveva appena nove anni. Oltre lo studio ci sono i turni per le pulizie, l’attività con le scuole superiori, le due auto da gestire e ci si arrabbia come nelle migliori famiglie se qualcuno manca di rispetto o si dimentica le regole della convivenza.I maschi hanno creato il bar della Pace, in un’altra stanza hanno disegnato un bellissimo albero genealogico di tutti gli studenti che a Rondine sono arrivati e poi volati nel mondo, accanto gli alfabeti macedone, arabo ed ebreo. Mercoledì 7 marzo l’Associazione presenterà il Rapporto annuo alla Camera dei Deputati, tra istituzioni nazionali e internazionali, culturali e politiche, ambasciatori e diplomatici che in questi anni hanno aiutato e usufruito del lavoro di Rondine: «È il potere delle mani nude, quello che nel 2010 ci ha permesso di attraversare il confine tra Georgia e Abkhazia grazie all’attività diplomatica di Kan, un nostro studente», conclude Vaccari. Finito il percorso si diventa Rondine d’Oro, presto lo saranno Guy e Kameliah. Tutte insieme formano la Lega, una rete diplomatica che cercherà di sviluppare processi di riconciliazione nelle ferite aperte di un mondo in guerra.http://corrierefiorentino.corriere.it/

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