giovedì 16 febbraio 2012


In questi giorni il giornalista del Foglio Giulio Meotti ha pubblicato una serie di articoli molto intensi, direi quasi spiritati, sul conflitto iraniano, in cui dà per scontato un imminente attacco da parte di Israele. Subito dopo, il ministro israeliano Matàn Vilnaí (che appartiene alla corrente ex-laburista Aztmaut del ministro della difesa Ehud Barak, cinque deputati, di cui quattro ministri), si è dimesso ed è stato nominato ambasciatore di Israele in Cina. La circostanza non sarebbe degna di nota se non fosse che Vilnaí è il ministro per la Difesa su fronte interno, ossia ha ricoperto finora la mansione più delicata se ci fosse un conflitto con abbondanti lanci di missili sulle città israeliane. Esistono allora tre possibili spiegazioni al cambiamento di ruolo di Vilnaí. La prima è che Israele interpreta in senso lato il concetto di difesa del territorio, e ha quindi deciso di estendere la barriera di difesa antiterrorismo fino alla Muraglia cinese. La seconda spiegazione è che Giulio Meotti sa delle cose che Matàn Vilnaí non sa. La terza spiegazione è che Matàn Vilnaí sa delle cose che Giulio Meotti non sa.Sergio Della Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme,http://www.moked.it/

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