mercoledì 1 febbraio 2012

ISRAELE E IL VINO BOUTIQUE

La viticultura esiste in Israele sin dall’età biblica: la Torah ci dice che Noè, dopo la salvezza dal diluvio universale, piantò dei vigneti e preparò del vino. Nell’ebraismo, infatti, l’uva era ed è ancora oggi un simbolo di prosperità, accompagna le celebrazioni religiose ed è sinonimo di gioia. Nel 7 secolo A.E.V. con la conquista del Medio Oriente da parte dell’Islam la produzione di vino fu completamente cessata, e le vigne furono distrutte.La produzuone riprese realmente solo nel 19° secolo, quando il Barone Edmond de Rothschild, proprietario del Chateau Lafite-Rothschild, iniziò a importare in Israele vitigni francesi e nuove tecnologie per la viticultura. Egli piantò vitigni nella zona di Rishon Le Zion e Zikhron Ya’akov vicino a Haifa.Da qui inizia in Israele un’importante produzione vinicola facilitata anche da un clima e da un terreno capaci di dar vita a diversi tipi di vino come Cabernet, Merlot, Shiraz, Riesling e Chardonnay per nominarne qualcuno. Si tratta di una produzione che, sino agli anni 90, vede come principale mercato di riferimento quello degli Ebrei del mondo alla ricerca di vino Kosher.E’ solo recentemente che questa produzione si è spostata verso un bacino di utenza più ampio capace di coinvolgere gli estimatori più attenti.In particolare la rivoluzione a cui si assiste oggi, consiste nella nascita e nella sucessiva esportazione in Italia di vere e proprie boutique di vino, ossia piccole aziende nate nei Kibbutz o nei Moshav dove viene prodotta un quantità relativamente bassa di bottiglie (dalle 20.000 alle 100.000 all’anno) che però nascono da una profonda e scurpolosa ricerca delle materie prime allo scopo di realizzare un prodotto di alta qualità.Quella che si realizza, dunque, è una produzione volutamente ristretta caratterizzata da una lavorazione ancora artigianale e attenta ai dettagli. Una lavorazione che può svilupparsi solo con numeri relativamente bassi dove è ancora l’uomo e non la macchina il fautore di tutto il processo.I vini nati all’interno di queste cantine/boutique arrivano oggi in Italia per dimostrare la loro vivacità e la loro ricchezza. Bianchi, rosati e rossi delle cantine Rimon, Ben Haim, Ramon Naftali, Tzora, Kadesh Barnea, Shilo, Naaman, Tulip, Odem, Adir e Granada, Recanati e Benyamina daranno la possibilità di conoscere i sapori delicati ma energici di questi vini dalle sfumature inedite e creative.Vini capaci di sottolineare l’infinito amore del popolo d’Israele verso la loro terra e il loro lavoro.http://www.ilnord.com/

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