giovedì 23 febbraio 2012

Le catacombe ebraiche


Gli ebrei a Roma in età antica, una comunità strettamente integrata nel tessuto sociale. A testimoniarlo fra le altre cose anche le tradizioni funerarie rintracciabili nelle catacombe risalenti al II-IV secolo, presenti a Roma. Un viaggio affascinante percorso dalla professoressa Elsa Laurenzi in un lungo studio di ricerca che ora viene alla luce grazie alla pubblicazione Le catacombe ebraiche – Gli Ebrei di Roma. Il libro, ottanta pagine arricchite da molte immagini, è stato presentato ieri nella sala convegni della Gangemi Editore dall'autrice stessa assieme al rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e agli studiosi Danilo Mazzoleni e Stefano Tortorella, moderati da Micela Vitale.Professoressa Laurenzi, come nasce il suo interesse per le catacombe ebraiche? È nato un po' per caso. Preparavo la mia tesi di Laurea e durante gli studi di ricerca ho visto le immagini delle catacombe ebraiche di Vigna Randanini, scavate nel fianco di una collina fra la Via Appia Antica e la Via Appia Pignatelli, fu la seconda catacomba ebraica di Roma ad essere casualmente ritrovata nel 1859. Da questo primo contatto è nato un interesse che dura da dieci anni.Qual è secondo lei l'aspetto più interessante? Intanto le dimensioni, perché sono molto estese e non sono ancora scavate del tutto: ciò testimonia la presenza di una Comunità grande. Poi le iscrizioni, in greco nella maggior parte dei casi, ma anche in latino. Terzo aspetto, che forse è quello più interessante di tutti, è il tipo di sepoltura presente in queste catacombe e non in quelle di Villa Torlonia.Di che tipo di sepoltura parla? Sto parlando dei kokhim, anche a più posti. Il kokh (plurale kokhim) è una tomba scavata nella roccia che si sviluppa perpendicolarmente alla parete della galleria. È un tipo di sepoltura usato soprattutto in Israele, il corpo veniva custodito nel kokh per circa un anno, il tempo di deposizione del corpo. A Vigna Randanini ci sono molti kokhim al livello del pavimento, alcuni di essi si sviluppano su più livelli.Che cosa emerge in particolare dal suo studio? Una delle cose più interessanti è stata la scoperta del fatto che il mondo ebraico antico fosse molto ben integrato. C'era una convivenza con il tessuto sociale romano molto più semplice di quello che si potrebbe immaginare e alcuni divieti sono interpretati in maniera più blanda: lo testimonia la presenza nelle catacombe di pendagli ed elementi pittorici. Nel cubicolo dei Pegasi ad esempio è raffigurata l'immagine di una figura femminile vestita con tunica e mantello con una corona d'alloro sopra il velo che le copre il capo: certo si tratta di una dea. Qual è l'aspetto che più la rende orgogliosa di questo lavoro? Sono molto contenta del fatto che attraverso il dato archeologico l'interesse per il mondo ebraico antico, per la sua storia, per le sue tradizioni, sia da un po' di tempo oggetto anche nel mondo esterno e non solo per la comunità ebraica. l.e. http://www.moked.it

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