venerdì 3 febbraio 2012


Nei recenti giorni della memoria si sono lette e viste molte cose buone e profonde, ma anche non poche cose malevole e offensive. Queste vanno dal revanscismo allo sciovinismo, dalla nostalgia all'apologia di regime, passando dalla metodica contestazione del diritto alla sovranità di uno Stato di Israele ebraico e democratico, se non addirittura del diritto di ogni ebreo di disporre liberamente della propria identità. Per contrastare questa razzumaglia, non c'è di meglio che volgere gli occhi a quelle figure esemplari di Italiani che nei giorni della Shoah hanno messo a repentaglio la propria vita e tutto ciò che avevano di più caro per salvare delle vite di ebrei in pericolo. Come è noto, Yad Vashem riconosce e premia i Giusti delle Nazioni, e lo fa seguendo dei criteri piuttosto restrittivi che riguardano l'autenticità delle testimonianze, l'effettivo pericolo incorso dai salvatori, e l'assoluto disinteresse del loro intervento. Nel corso del 2011 si sono aggiunti alla lista dei nomi già esistenti ben quindici nuovi Giusti italiani, ognuno dei quali con grande coraggio, intelligenza, generosità, abnegazione ha cercato e ha trovato la via per sottrarre delle famiglie ebraiche all'assedio genocida perpetrato non solamente da tedeschi ma, ahimé, anche da altri italiani. I nomi di questi nuovi Giusti non sono ancora noti al grande pubblico italiano ma presto lo saranno. Ognuno di essi merita una menzione speciale e dettagliata e una cerimonia ufficiale di riconoscimento. Quindici nuovi Giusti in un solo anno, solamente dall'Italia, e alcune centinaia da tutto il mondo, è un numero che incute grande rispetto. Questo, e il sapere che a Yad Vashem esiste ancora un'imponente pila di incartamenti in corso d'istruttoria i cui risultati saranno noti in un prossimo futuro, in una certa misura ci aiuta a riconciliarci con la natura bifronte della memoria.Sergio Della Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme http://www.moked.it/

Nessun commento: