mercoledì 1 febbraio 2012

Netanyahu a blogger arabi su Fb, visitate Israele

(ANSAmed) - GERUSALEMME, 30 GEN - Un singolare invito a oltre 200 interlocutori arabi a ''visitare Israele'', anche per superare ''le idee preconcette'' sullo Stato ebraico, e' stato lanciato oggi da Benyamin Netanyahu nel corso di un serrato scambio di messaggi, in lingua araba, realizzato mediante la pagina Facebook del primo ministro.In un angolo del suo ufficio, seduto su una poltrona a braccia conserte, il capo del governo israeliano ha ascoltato a lungo assorto le domande in arabo che fioccavano da diversi Paesi della regione, lette e tradotte da un suo collaboratore.Poi in ebraico, ha elaborato una serie di risposte che sono state subito tradotte e diffuse sul web. Un tentativo - non il primo del suo genere - del primo ministro di Israele di parlare direttamente all'opinione pubblica della Regione: senza i filtri dei dirigenti dei vari Paesi o delle grandi reti televisive arabe, in genere poco benevoli nei confronti dello Stato ebraico e del suo governo.In questa insolita mattinata si e' discusso molto della 'Primavera araba', guardata generalmente con sospetto in Israele, con speranza nei Paesi vicini. Netanyahu ha previsto che ci saranno altri sommovimenti nel prossimo futuro, ma in linea generale ha notato fiducioso che ''un aumento di liberta' genera aumento di prosperita' ''. Occorre pero' - ha sostenuto - anche un maggior passaggio di informazioni ''perche' nel mondo arabo ci sono stereotipi riguardo a Israele che non hanno alcun legame con la realta' ''. Ha citato ad esempio le condizioni degli arabi di Israele, il 20 per cento della popolazione che - a suo dire - ''beneficiano di pieni diritti civili'' nel Paese.Riferendosi alle relazioni con i palestinesi - dopo un mese di colloqui preliminari in apparenza sterili ad Amman fra i negoziatori delle due parti - Netanyahu ha rilevato che ''a dieci minuti dal mio ufficio c'e' Ramallah (Cisgiordania). Sono pronto ad andarci anche subito - ha ribadito - per incontrare il presidente Abu Mazen e negoziare senza precondizioni''. Poi, come di consueto, ha attribuito allo stesso Abu Mazen la colpa dello stallo attuale. E tuttavia ha aggiunto di non ritenere il quadro esclusivamente negativo: grazie anche alla cooperazione d'Israele e alla rimozione di posti di blocco in Cisgiordania l'economia palestinese si e' risollevata, ha affermato, evocando una politica di ''pace economica'' quale anticamera di quella ''pace politica'' che pur dovra' seguire.Sull'Iran il premier ha insistito che esso rappresenta invece ''una minaccia non solo per Israele, ma per l'intero Medio Oriente e oltre''. Quindi, rivolgendosi a un internauta saudita, si e' detto certo che esistano convergenze d'interessi fra i rispettivi Paesi, ''anche nella lotta al terrorismo''.A tempo scaduto, Netanyahu ha salutato i suoi interlocutori arabi - non si sa quanto persuasi - facendo riferimento alle ''molte questioni ancora da approfondire. ''Vi ringrazio della partecipazione. Torneremo a sentirci presto'', ha promesso.

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