domenica 26 febbraio 2012


Quei giovani che ci hanno unito

Il 1911 è stato un anno importante per l'Italia e per i suoi ebrei, perlomeno per le élite delle Comunità. In quei mesi si celebrava infatti il cinquantennale del Regno in un clima di sostanziale fiducia "su I destini della Nazione", governante Giovanni Giolitti, e con un re, che salito al trono dopo l'assassinio del padre, appariva allora un sovrano aperto e privo di tentazioni assolutistiche. Il Paese celebrò i cinquanta anni dell'Unità con esposizioni nelle tre capitali storiche: Torino, Firenze e Roma. Di pari passo la cultura si stava avviando verso nuove espressioni superando il positivismo e la retorica post-risorgimentale. In questo quadro gli ebrei della Penisola erano considerati tra i più emancipati, ricoprendo cariche nell'esercito, nei palazzi del potere, nell'accademia e nel giornalismo. L'israelitismo, la religione israelitica dei figli dei ghetti si era fossilizzata in un culto sempre più basato in rituali di routine, mentre le giovani generazioni si erano perfettamente inserite condividendo gli ideali dei loro coetanei, in diverse ideologie. Già alla fine del primo decennio del secolo si manifestarono i primi segni di un nuovo indirizzo anche in campo ebraico. A Firenze, centro di fermenti di rinnovamento intellettuale - basti pensare alle riviste che vi venivano pubblicate, la Comunità ebraica aveva come rabbino rav Shemuel Zevì Margulies, galiziano, di formazione tedesca, che si era impadronito della lingua italiana in brevissimo lasso di tempo, dirigendo il Collegio Rabbinico che era qui passato da Roma e maestro carismatico di allievi e di discepoli, anche al di fuori dell'Istituto che era stato di Shemuel David Luzzatto e Lelio Della Torre. Qui venne fondata La Rivista Israelitica, espressione di studi e saggi ad opera dei docenti e dei futuri maestri al livello di quelle pubblicate nei grandi centri di Israele. Un gruppo di giovani di fine intelletto ed entusiasmo creativo fondò inoltre la Pro Cultura, per la diffusione e lo studio del retaggio ebraico, che si propagò in altre città, prototipo dei circoli, "convegni' che hanno operato lungo tutto il Novecento. La Settimana Israelitica diretta all'inizio da rav Margulies si aggiunse con spirito innovatore alle due preesistenti testate di indirizzo opposto, Il Vessillo Israelitico - israelitico nell'indirizzo legittimista sabaudo - e Il Corriere di Dante Lattes, a Trieste, aperto alle nuove correnti, in primis al sionismo, che pochi anni dopo, unitosi al periodico fiorentino, darà vita all'Israel, gloriosa testata nei decenni a venire.Il 1911 costituì, nel medesimo tempo, una tappa, ma soprattutto, un ulteriore salto di qualità e di attività che ebbe in Firenze il suo centro propulsore. L'appello lanciato nell'estate da un gruppo di giovani per un incontro, per uno scambio di idee, sfociò a fine ottobre nel Primo Convegno Giovanile Ebraico Italiano. Con commozione ne leggiamo la cronaca nel numero speciale della Settimana del 9 novembre, come la lettura degli scritti e le polemiche dei mesi precedenti ci fanno rivivere l'entusiastica, appassionata atmosfera di quei giorni. Ci imbattiamo in nomi che abbiamo conosciuti da adulti e anziani o solo incontrati nello studio o nei racconti. I Bahurei Israel di Firenze, i giovani di rav Margulies, prima di tutti Alfonso Yehudà Menahem Pacifici, rav Elia Shemuel Artom, rav Umberto Moshè David Cassuto, rav Armando Sorani, l'avvocato Edgardo Morpurgo, l'avvocato Carlo Alberto Viterbo di benedetta memoria.E nuovamente a Firenze abbiamo fissato di ritrovarci a fine febbraio, per rievocare quel primo convegno, primo di altri tre, a Torino (1912), Roma (1914) e il "mitico" di Livorno del 1924. I relatori ricorderanno i temi e le deliberazioni di quelle storiche giornate che senza esagerazione hanno illuminato, direttamente e per trasmissione, tutto il secolo in varia misura. I cento anni contrassegnati dalla più grande tragedia del popolo ebraico, ma pure dalla concretizzazione del sogno dei convenuti all'incontro fiorentino: la rinascita dello Stato ebraico in Eretz Israel.Che la memoria del passato ci sia di sprone per affrontare le sfide del presente e del futuro. Reuven Ravenna, Italia Ebraica, marzo 2012

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