Peppino Caldarola - 10 febbraio 2012 http://www.linkiesta.it/
L’aver scelto una parte politica diversa e opposta a quella di Monia Ovadia, e alla mia, non la rende mostruosa né autorizza a disegnarla con queste sembianze. Tutte le volte che verrà descritta e disegnata così, reagirò. Conosco, inoltre, tanti ebrei che non votano a sinistra e anzi diffidano della sinistra. Mi pongo il problema di come sia accaduto che una così larga fetta di ebraismo italiano si sia collocato lontano dalla sinistra italiana. E’ un bel tema di discussione. Dovrebbe interrogare anche Moni Ovadia. Ho le mie idee in proposito. Studio da tanti anni, con molta umiltà, le culture ebraiche e la vita associativa e culturale dell’ebraismo italiano e sono attento a tutte le sue sfumature. Non sono fra quelli che amano parlare con gli ebrei solo se sono di sinistra e critici di Israele. Ed è altrettanto ovvio che una personalità come quella di Moni Ovadia io la tenga nella giusta considerazione. Su Israele vorrei essere molto secco. Sono per due popoli, due stati, due democrazie. Questa formula riassunse la linea dei Ds guidati da Fassino negli anni in cui sono stato parlamentare. Non mi schiodo da lì. Conosco la situazione dei palestinesi e mi addolora. Ho ascoltato anche in Israele critiche al governo. Possono farlo. Non ho ascoltato dai palestinesi critiche ai loro leaders. Non possono farlo. I tentativi di pace non sono però naufragati per responsabilità della parte israeliana. Bill Clinton e Ehud Barak ne sanno qualcosa. Sull’intera scandalosa vicenda di Arafat è calata una cortina di silenzio, anche qui da noi. Aspetto ancora di sentire, da certi settori della sinistra, critiche al mondo arabo e palestinese sul tema del mancato riconoscimento di Israele e su ciò che si insegna ai bambini palestinesi e arabi nelle scuole a proposito di Israele e degli ebrei in generale. Se vogliamo la pace dobbiamo respingere la demonizzazione di Israele. Lo devono fare anche i suoi critici. Io sarò sempre fra quelli che non smarriranno mai il dovere di difendere Israele. Non so se questa discussione con Moni Ovadia interesserà i lettori di questo blog. Come è ovvio si divideranno. E’ mio dovere non rigettare l’offerta di Moni Ovadia di discutere apertamente i nostri dissensi. So che discutere serve sempre anche quando le posizioni restano lontanissime. Ecco di seguito il testo della seconda lettera di Moni Ovadia.
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