sabato 24 marzo 2012


Apostati nel mirino - Tolosa, nessuno crede al terrorismo - Dall'Occidente ai campi dei veterani in Afghanistan. Il viaggio low cost dei terroristi fai da te - La strage di Merah, qaedista delle Banlieue

La caratteristica dei “takfiri” è il dichiarare qualcuno “apostata”. La mistica islamica giudica lecito uccidere tutti gli “infedeli”, compresi i musulmani che non seguono la sharia. E’ l’accusa di “tradimento della fede” che condusse alla morte il presidente egiziano Anwar al Sadat, il 5 ottobre 1981; il sacrilegio per cui l’ayatollah Khomeini colpisce lo scrittore Salman Rushdie nel 1988 con la condanna a morte; la sedizione che motiva gli sgozzamenti degli ambasciatori algerino ed egiziano in Iraq e prima di loro e con loro di decine di migliaia di altre vittime musulmane in Algeria e Iraq. Era un “takfiro” Mohammed Merah, il terrorista che a Tolosa ha ucciso quattro ebrei. Merah aveva già individuato i suoi prossimi bersagli. Secondo il quotidiano Point, si trattava di “un musulmano funzionario della Direction centrale du renseignement Intérieur”. Un islamico che lavora per i servizi d’intelligence francesi. Si tratta della stessa logica “irachena” che portava i terroristi di al Qaida a fare strage di soldati musulmani in fila per l’arruolamento e i governatori sunniti nella grande regione di al Anbar. Non a caso Merah, prima della scuola ebraica a Tolosa, aveva colpito a Montauban, uccidendo tre paracadutisti, come Imad Ibn Ziaten, marocchino musulmano, e Mohamed Legouad, algerino musulmano. Nel mirino dei takfiri francesi ci sono gli intellettuali islamici prestati alla laïcité. Come Mohamed Sifaoui, l’autore di “Combattre le terrorisme islamiste”, libro in cui racconta il suo ruolo di infiltrato per oltre tre mesi in una cellula francese di al Qaida. Sifaoui ha scritto un secondo libro contro i “fratelli assassini” e ha denunciato in un documentario televisivo il lato oscuro dell’islamista svizzero Tariq Ramadan. Sifaoui ha visto la sua foto e il suo nome accanto alla scritta “apostata”, “le mourtad”, su un sito internet islamista. “Non potrai ritardare la tua ora”, c’era scritto. La protezione intorno a Sifaoui è diventata totale a partire dal 2003 e si è intensificata dopo che l’intellettuale algerino ha scritto un editoriale a difesa di Robert Redeker, il professore di Filosofia costretto a vivere nell’oscurità per un articolo sul Figaro. Un altro obiettivo è Lafif Lakhdar, filosofo di 74 anni residente nella banlieue parigina e uno dei principali pensatori liberali contemporanei. Lakhdar sostiene che la sharia vada abolita per favorire una riforma dell’islam conforme al rispetto dei diritti umani universali. Nel mirino c’è inoltre la “francesizzazione” dell’islam, promossa nel 2005 dall’allora ministro dell’Interno, Nicolas Sarkozy, per combattere il radicalismo e il fondamentalismo religioso che vive e prospera nelle inquiete banlieue. Un programma basato sulla formazione degli imam, la nascita del Consiglio islamico governativo, la sorveglianza dei luoghi di culto. Anche gli imam che denunciano l’estremismo sono diventati un bersaglio. Come l’imam di una moschea di Parigi, Larbi Kechat, che ha denunciato durante la preghiera “le canaglie” del fondamentalismo, “il cui viso diviene rosso come il maiale”, animale immondo per l’islam. Parole che gli sono costate minacce di morte. Come il fautore di un islam repubblicano noto per le sue posizioni contro il velo integrale, l’imam della moschea di Drancy, Hassen Chalghoumi, autore di “Pour l’islam de France”, in cui denuncia l’islamizzazione. Il religioso tunisino è circondato da guardie del corpo, dopo le manifestazioni ostili in seguito alle sue dichiarazioni sul velo integrale che hanno portato alla chiusura per alcuni giorni della moschea, nel dipartimento della Seine-Saint-Denis a forte immigrazione musulmana. Se il killer di Tolosa lottava contro la legge sul velo integrale, l’imam Chalghoumi lo ha definito “una prigione per la donna, di uno strumento di dominazione sessista e di reclutamento islamista”. Nel mirino dei terroristi è finito anche Mansour Kamardine, l’unico deputato islamico di Francia, che ha fatto passare all’Assemblea nazionale un testo che ha abolito la poligamia e il ripudio della moglie nelle Comore, isole francesi islamiche. Gli integralisti gliel’hanno giurata: “E’ un falso musulmano”. E lui: “Sono musulmano sempre tranne quando faccio il deputato”. Abbastanza per una condanna a morte. Giulio Meotti il Foglio, 23.93.2012

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