sabato 24 marzo 2012

Peace & love, israeliano bacia un'iraniana.La foto simbolo che ha conquistato il web

Un bacio per esorcizzare i tamburi di guerra che da mesi rullano impazziti, almeno a parole, fra Israele e Iran. E' il messaggio di una foto - una semplice istantanea in cui un giovane che espone il passaporto israeliano accosta teneramente le sue labbra a quelle di una ragazza che mostra quello iraniano - pubblicata nelle ultime ore sul web.

L'iniziativa è parto della fantasia di un drappello di internauti israeliani, ideatori d'una pagina Facebook intitolata 'Israel-loves-Iran', e ha già attratto una miriade di post d'approvazione spediti da mezzo mondo, incluse Teheran e altre città iraniane. Di bocca in bocca, e di mouse in mouse, l'immagine è approdata su centinaia di siti alla vigilia di una mobilitazione annunciata a Tel Aviv per domani sera da piccole frange di pacifisti e attivisti sociali israeliani intenzionati a mettere in guardia l'opinione pubblica locale contro i rischi di un possibile attacco militare prossimo venturo dello Stato ebraico - non escluso dal premier Benyamin Netanyahu, nè dal ministro della Difesa, Ehud Barak - alle installazioni nucleare iraniane: ipotesi giudicata dai promotori avventata, come minimo prematura. "Israeliani e iraniani non sono nemici", hanno scritto gli organizzatori del raduno in una serie di messaggi di simpatia reciproca scambiati negli ultimi giorni - sempre via internet - con giovani navigatori della Repubblica islamica. "Un blitz israeliano - hanno ammonito - sarebbe irresponsabile e del resto tutti i sondaggi confermano che la maggioranza del nostro popolo si oppone all'avventura" che Netanyahu pare voler "cucinare". La manifestazione di domani - che s'incrocia con quella, ispirata a Jaffa dai medesimi ambienti pacifisti, ma anche e soprattutto fra gli arabi israeliani, a sostegno del popolo siriano e contro la repressione del regime di Damasco - si preannuncia in realtà come evento di nicchia in Israele. Ma mira se non altro a portare sulle strade, con persone in carne e ossa, l'eco di un fenomeno di dialogo finora virtuale. Un fenomeno che qualcuno ha già ribattezzato 'Facebook Diplomacy'. E al quale figure come Roi 'Chicò Adar - reporter del giornale liberal Haaretz e animatore nei giorni scorsi in una galleria di Tel Aviv d'una mostra di giovani artisti decisi a dire 'nò, con l'arma dell'ironia, ai "toni isterici" che secondo loro istigano gli scenari di guerra con l'Iran - cercano di dare adesso visibilità sui media tradizionali. Fra i pionieri di questa nouvelle vague, non possono essere dimenticati i grafici di una scuola di design di Tel Aviv. Autori di recente di una campagna pubblicitaria 'sui generis' - attraverso il più noto dei social network - in cui si sono trasformati in testimonial di pace: fotografandosi con cartelli sui quali si poteva leggere 'Noi amiamo l'Iran' o 'Non vi bombarderemo maì. Slogan efficaci se è vero - come è vero - che l'emulazione spontanea di altri israeliani ha dato il via in rete a un repentino effetto moltiplicatore. E che dall'Iran sono piovute subito risposte di tono analogo: fino al messaggio d'amicizia verso il popolo ebraico postato - per quel che vale la Facebook Diplomacy - da un giovane iraniano raffiguratosi all'ombra di una copia del Mosè di Michelangelo.Sabato 24 marzo 2012 http://www.unionesarda.it/


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