sabato 24 marzo 2012

Silenzio


Un minuto di silenzio nelle scuole italiane per le vittime di Tolosa ha permesso ad insegnanti e allievi di onorare la memoria di quattro persone che, come loro, si erano alzate una mattina come tante per andare a insegnare e imparare (due cose inscindibili l’una dall’altra, indipendentemente dai rispettivi ruoli); forse li ha anche aiutati a ricordare che la cultura, lo studio e l’insegnamento sono valori, che possono dare molto fastidio e proprio per questo devono essere difesi. E’ giusto analizzare crimini come questo nel proprio contesto, cercare di capirne le cause, se non altro per evitare che si ripetano. Eppure talvolta, inserendolo in una catena di altri eventi di cui non si vede né l’inizio né la fine, si finisce per spostare l’attenzione dal crimine a tutto ciò che sta intorno, rischiando così di stemperarne la gravità nella percezione pubblica e di far passare in secondo piano le responsabilità di chi lo ha commesso. Ci sono poi quelli che quando condannano un crimine non possono fare a meno di menzionare contemporaneamente qualche altro fatto che ritengono possa fare da contrappeso, come se si sentissero vincolati a una sorta di paradossale par condicio; è un modo di ragionare assurdo e pericoloso: non a caso l’infelice uscita di Lady Ashton, che sembrava rispondere a questa logica perversa, è stata ripresa dall’assassino stesso nelle sue dichiarazioni. Benemerita, quindi, la scelta di un semplice e rispettoso minuto di silenzio: di fronte al rischio di discorsi superficiali e fuori luogo ogni tanto anche il silenzio ha una valenza didattica. Anna Segre, insegnante
http://www.moked.it/

Nessun commento: