lunedì 16 aprile 2012

Gli amici di Vik un anno dopo: non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire

Ricorre oggi l’anniversario dell’assassinio di Vittorio Arrigoni. La rete – e non solo – e’ inondata di ritratti agiografici del “coraggioso eroe della causa popolo palestinese di Gaza”, “dell’indomabile fustigatore di Israele”. Quasi fosse un dettaglio insignificante, si accenna di sfuggita, e non sempre, che ad assassinare Vik sono stati salafiti, ovvero integralisti islamici, palestinesi come quelli che era andato a difendere. Traspare un certo fastidio nel dover parlare di questo neo ad una storia altrimenti perfetta. La causa di beatificazione aveva bisogno di un miracolo, che non c’e’ stato: una pallottola sionista.Mai come in questo caso vale l’adagio “non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire”. Il barbaro modo con cui i salafiti hanno ucciso Vik - rapito, picchiato a sangue, videoripreso e strangolato con il fil di ferro nell’arco di poche ore – avrebbe dovuto istillare il dubbio a quanti ritengono che sia Israele il male assoluto. Così come la lentezza della giustizia a Gaza. Il processo ai 4 imputati - tutti rei confessi -, e’ una farsa. Sta annegando nella palude di una corte militare islamica che non mostra alcun desiderio di far luce su una vicenda scomoda. Del resto perche’ stupirsi? I giudici, hanno le stesse barbe lunghe degli assassini e due degli imputati erano sul libro paga di Hamas.Vittorio Arrigoni, combattente di una battaglia sbagliata, non poteva immaginare che Hamas, la cui bandiera aveva impugnato, si sarebbe mostrata tanto irriconoscente. I suoi compagni di viaggio lo stanno toccando con mano. Il fatto che non lo denuncino mostra solo la forza del loro pregiudizio.di Claudio Pagliara, http://www.claudiopagliara.it/

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