mercoledì 11 aprile 2012

'Il terzo giorno' di Chochana Boukhobza

di Massimo Lomonaco, (ANSA)

Gerusalemme da sempre, nel bene e nel male, catalizza i sentimenti degli uomini: lo fa anche nel romanzo di questa scrittrice nata in Tunisia ma trasferitasi in Israele a 17 anni.La 'citta' tre volte santa' e' infatti il 'luogo' dove il destino di due donne , in soli tre giorni, si riannoda e si compie.La prima - l'anziana Elisheva - e' una sopravvissuta al campo di sterminio di Majdanek; la seconda - la giovane Rachel - ha in quella citta' una famiglia e soprattutto un padre, ebreo ortodosso, da cui e' fuggita allontanandosi anche da quel tipo di cultura. Ma anche la prima fugge: da un passato tormentoso e doloroso che l'ossessiona e che la inchioda ad un presente incerto. Entrambe sono legate dalla musica, anzi dal violoncello in cui eccellono come musiciste. E Rachel e' l'allieva prediletta di Elisheva. A condurle a Gerusalemme e' un concerto al quale sono state invitate e che rappresenta una tappa importante della loro carriera artistica. E cosi' Rachel ritrova la famiglia e il risvegliarsi di un senso di colpa che l'ha attanagliata in quegli anni, cosi' come Elisheva incontra il figlioccio Daniel, la cui vera madre era internata insieme a lei nel campo di sterminio.Ma in quei tre stessi giorni a Gerusalemme c'e' anche un uomo che sbuca dal passato. Il suo nome e' 'Henker', il boia di Majdanek. Dopo essere scappato in Sudamerica alla fine della guerra, sicuro della sua nuova identita' costruita negli anni, e' in visita turistica nella patria degli ebrei. Tocchera' proprio ad Elisheva - a cui Daniel, diventato agente del Mossad, ha dato un'arma - pareggiare i conti. ''All'improvviso lui le sta davanti - scrive Boukhobza - cammina circondato da persone anziane. Non e' in uniforme. E' un civile dall'aspetto inoffensivo, un vecchio disarmato che ha perso i suoi sgherri e i suoi cani''. Ma Elisheva sparera' a quel 'vecchio'? Piu' complesso di un semplice - e sacrosanto - atto di giustizia, il romanzo ha un finale diverso. Le due donne sono molto piu' unite di quello che sostanzia un'amicizia seppur stretta. Nel passaggio del testimone dall'una all'altra, non c'e' solo la musica (tra tutte la straziante e bellissima 'Elegia per violoncello' di Gabriel Faure'), ma ovviamente qualcosa di piu'. Da Elisheva a Rachel passano la storia di questi cento anni, le vicende del popolo ebraico. Ed e' proprio a Gerusalemme che il passato e presente - almeno nel romanzo di Boukhobza - si uniscono.

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