giovedì 19 aprile 2012
Questo pomeriggio alle ore 17 a Roma, nel Complesso di Vicolo Valdina della Camera dei Deputati, sarà inaugurata la mostra fotografica “L’OSE: un secolo di azione medica al servizio delle popolazioni ebraiche in Europa” dedicata ai 100 anni dell'Organizzazione Sanitaria Ebraica, ramificato ente europeo no profit che ha sede anche a Roma.La storia dell'Osé in questo lungo periodo attraversa l'impegno sanitario ebraico in Europa dove, specie nei primi anni del Novecento, l’assistenza medica era quasi assente. Si doveva quindi dare soccorso a quelle masse di ebrei che, a causa di pogrom e persecuzioni, si spostavano in precarie condizioni economiche e spesso deboli nella salute a causa della fame, della miseria e della precarietà. L'OSE ha rappresentato, se si pensa agli anni in cui è nata, un modello di capacità di assistere, accogliere e ridare speranza a centinaia di migliaia di profughi in fuga dalle persecuzioni e dalla tirannia. Può essere considerata una Ong “ante litteram” anche se mai è stata fatta formale richiesta in tal senso alle Nazioni Unite.Oggi più che mai il valore ed esempio di tale struttura può essere un modello di riferimento per coloro che devono affrontare la sfida di nuove immigrazioni e migrazioni in Europa e nel mondo. Grazie a un sistema sanitario profondamente modificato e organizzato, l’OSE ha infatti assunto la promozione dell’assistenza per l’infanzia, le persone con handicap, la prevenzione e l’assistenza agli anziani malati di Alzheimer. In Italia l'OSE, in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma, ha accolto per vacanze estive ragazzi israeliani vittime dei terroristi di Hamas e di Hezbollah e traumatizzati dal lancio perpetuo dei missili nelle cittadine ai confini del Nord e Sud Israele. Sono stati inoltre accolti nelle strutture di vacanza orfani provenienti dalla Bielorussia e bambini delle popolazioni colpite dal terremoto all'Aquila e dintorni. Il tutto nel segno dei valori ebraici di solidarietà e fratellanza verso chi ha più bisogno.http://www.moked.it/
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La storia questa sconosciuta
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