venerdì 27 aprile 2012
Per una di quelle acrobazie
del calendario ebraico – che seguendo il ciclo lunare si sfasa tutto il
tempo per poi ciclicamente riappaiarsi col ciclo solare, ma inoltre è
in grado di spostare le festività di un giorno quando queste
interferiscano con Shabbàt – quest'anno Yom Ha'atzmaùt inizia la sera
del 25 aprile. Ossia, la festa d'Indipendenza dello Stato d'Israele
combacia per diverse ore della serata e della notte con la festa della
Liberazione d'Italia. È una buona occasione per farsi reciproci auguri,
ma anche per evocare dei possibili parallelismi fra i due paesi. Certo,
in apparenza le differenze sono molte e profonde, ma l'occasione è
propizia per ricordare che i valori fondanti rinviano a due temi
fondamentali e condivisi. Il primo è che entrambi i Paesi sono nati da
sanguinose esperienze di lotta contro ideologie deliranti e regimi
totalitari. Nel caso di Israele il conflitto primario non è ancora
concluso, anzi si aggrava a causa del micidiale incremento delle
tecnologie belliche, e richiede costante vigilanza. Nel caso
dell'Italia, come dell'Europa, le manifestazioni più evidenti del
totalitarismo sono state debellate ma le sue radici profonde e latenti
non sono estinte e richiedono pari vigilanza. Il secondo grande tema
riguarda la futura coesione sociale e politica di due società
idealmente unitarie ma entrambe molto eterogenee per formazione
culturale e stratificazione economica. Nella risoluzione dei problemi
collettivi, il buon senso richiamerebbe a una larga aggregazione
politica più che all'imposizione delle posizioni di un fronte a spese
di quelle del fronte contrapposto. Il che richiederebbe una superiore
capacità di analisi e di gestione da parte della classe dirigente.
Allora, auguriamoci più modestamente che, in Italia come in Israele, si
sappia sradicare la violenza dai campi di calcio – sintomo di ben più
profonde alienazioni.Sergio della Pergola, universita Gerusalemme. http://www.moked.it/
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