giovedì 19 aprile 2012

Rassegna stampa

Ancora una giornata quasi priva di notizie dal Medio Oriente, ma non per questo è stata una giornata tranquilla, quella di ieri.Nelle carceri israeliane, nelle quali sono rinchiusi 4700 detenuti palestinesi (Figaro e Financial Times), è iniziato uno sciopero della fame di 1200 tra questi, sulla scia di quanto fatto dal palestinese Adnan che proprio ieri avrebbe dovuto essere rilasciato dopo 66 giorni di sciopero. I detenuti reclamano, tra l’altro, per condizioni inumane di detenzione (non oso fare paragoni non solo con quelle di alcune nostre vergognose case di detenzione, ma soprattutto con quelle di tutti i paesi limitrofi di Israele, a partire dai territori e da Gaza), e per i controlli corporali effettuati su di loro e sui familiari in visita. Non sembra accorgersi Michele Giorgio che queste sono pratiche assolutamente comuni; al contrario, ed è un fatto ripetuto nella sua gravità dal corrispondente del manifesto, Giorgio scrive che l’ex detenuta Shalabi, anch’essa liberata tempo addietro dopo aver effettuato uno sciopero della fame, sarebbe stata “deportata” nella striscia tre anni fa. La Shalabi oggi si è unita alle manifestazioni di solidarietà coi detenuti insieme ai pochissimi europei ed americani che sono riusciti ad entrare in Palestina nell’ambito del piano denominato Flytilla.Ancora sul manifesto Gabriele Rizza parla del giovane regista israeliano, evidentemente filo palestinese, che sostiene, in una sua tournée italiana, che il “Muro” non sarebbe affatto servito a fermare gli attentati, che non avverrebbero più grazie al cambiamento culturale della società palestinese che avrebbe optato per azioni non violente. Beato lui che ci crede, che non vede l’esaltazione continua dei peggiori terroristi, e soprattutto beato lui che è cittadino di uno stato che gli permette sia di portare all’estero le sue idee, sia di proiettare in TV i suoi capolavori.Un altro personaggio ostile allo stato di Israele (e forse non solo) è Sergio Romano che oggi sul Corriere risponde contemporaneamente a due diversi lettori: la buona notizia è che si dichiara personalmente convinto che Israele non farà uso per primo della bomba atomica contro i propri nemici. Ma la buona notizia finisce qui, e giova ricordare che secondo Romano, come scriveva ieri in un’altra risposta ai lettori, gli USA, di fronte a due “stati canaglia”, Iraq e Corea del nord, avrebbero attaccato solo il primo e non il secondo temendo i danni irreparabili che la Corea, dotata di bomba nucleare, potrebbe arrecare alla superpotenza. Questa, come spiegava Romano, sarebbe l’unica ragione per la quale l’Iran vuole dotarsi dell’arma nucleare: poter raggiungere la certezza di non essere attaccata (e non certamente poterla usare contro chi dice apertamente di voler cancellare). Al secondo lettore che suggeriva che Grass, per via del suo passato, farebbe meglio ad occuparsi di temi diversi da quelli trattati nel recente poema, senza peraltro contestargli le sue doti letterarie, Romano replica citando lo storico Roberto Vivarelli che, pur avendo partecipato a 13 anni ad azioni delle brigate nere, ha poi saputo diventare uno dei migliori storici liberali; direi che anche su questo punto Romano sia sfuggito alle osservazioni del lettore.Desiderio Giancristiano su Liberal si rifà a Hannah Arendt ed alla banalità del male per affrontare il tema del processo contro Breivik che si è aperto in Norvegia; purtroppo scrive che il razzismo sarebbe un “prodotto specificatamente moderno”, e personalmente, del tutto contrario a simile affermazione, lo inviterei a ripassare la storia dai tempi antichi fino ad oggi. Nel contempo lo inviterei ad esaminare con attenzione quanto sta succedendo proprio in quella Norvegia che chiama “Società razionale”, ma che è sotto l’attenzione di tanti osservatori preoccupati non solo per l’episodio criminoso di Breivik. Per fortuna al termine del suo articolo scrive giustamente che in Norvegia, a differenza che sotto il nazismo, non si può parlare di stato che vive nel crimine o di massacri organizzati dallo stato, cose che permetterebbero a Breivik di essere, come Eichmann, un ingranaggio di una macchina.Una breve su questo tema pubblicata su Rinascita reclama che altri quotidiani riportano il saluto di Breivik a pugno chiuso come se fosse il saluto dei nazisti e dei fascisti, indicati come il Male assoluto. Quello era il saluto di Lenin e di Stalin, ricorda Rinascita, dimenticando tuttavia i Mali assoluti perpetrati anche nell’Unione SovieticaGiacomo Galeazzi su La Stampa parla del convegno su Costantino il Grande nel corso del quale Rav Riccardo Di Segni ha ricordato che fu proprio la conversione di Costantino a fare da spartiacque epocale; Galeazzi gli contrappone subito le diverse posizioni sul tema sostenute oltre Tevere.Interessante la recensione sul Foglio del libro di Shindler Israele e la sinistra europea”: dal ’67 l’antisemitismo ha trovato casa a sinistra, Israele è diventata la centrale del peccato, l’ebreo si è trasformato nel malvagio sionista e si è passati dall’attacco all’ebreo individuale del XX secolo alla guerra all’ebreo collettivo (viene ricordata, tra l’altro, la risoluzione del ’72 all’ONU voluta dall’URSS sul sionismo razzista).In Siria (Francesco Grignetti su La Stampa) la tregua non regge e, mentre partono uomini e mezzi per riportare la calma in quel paese cruciale per le sorti del Medio Oriente, un pò tutti (Iran, Russia, Turchia) lavorano per non renderla davvero praticabile.Chissà se sarà una buona notizia il fatto che l’EU abbia nominato nuovo rappresentante speciale nel processo di pace il tedesco Rheinike, già ambasciatore tedesco in Siria? Ora vedremo quale atteggiamento assumerà. Certo che il fatto che il primo ministro Fayyad, che doveva incontrare Netanyahu per consegnargli una lettera, non si sia fatto vedere, non sembra una buona notizia.Chiudo con una realtà che avrei voluto leggere nei giorni scorsi ma che ho cercato invano nella nostra stampa, quella degli studi oramai molto avanzati di alcuni ricercatori israeliani che hanno scoperto che una sezione di una molecola contenuta in tumori maligni può distruggere le cellule cancerogene; si sta già sperimentando in Israele su alcuni malati il vaccino MUC1, ed i risultati sembrano molto incoraggianti.Evidentemente i corrispondenti in Medio Oriente sono sempre troppo occupati a cercare ogni sorta di notizie atte a demonizzare Israele, o a inventarle quando non ne trovano, per riuscire a vedere quanto esce continuamente da quel laboratorio di idee e di esperimenti che è il piccolissimo Stato di Israele.Oggi sono 100 anni esatti dai giorni del pogrom di Fez: non c’era lo Stato di Israele ne’ i territori occupati, eppure ebrei morivano per via dell’odio contro di loro, anche allora, nelle terre intorno al Mediterraneo; ci dovrebbero pensare coloro che ritengono di sapere come chiudere questo conflitto tra i palestinesi e lo Stato di Israele.Emanuel Segre Amar, http://moked.it/blog/

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