Sei bella? Un'altra donna non ti assumerà
Due studiosi israeliani: meglio non allegare foto al cv; molte manager negli uffici del personale temono la rivalità
Anche la bellezza ha un lato brutto: essere attraente, oggi, può rappresentare per una donna in cerca d’impiego un punto di svantaggio. Le candidate di bell’aspetto dovrebbero evitare di inviare una foto in allegato alla loro domanda di lavoro. Lo consigliano i ricercatori israeliani. Da cosa dipende? Per una volta non dall’uomo. Donne non assumono donne (carine) per paura di trovarsi davanti delle rivali. «Eva contro Eva», il tema (e forse il luogo comune) della gelosia femminile che ha ispirato la celebre pellicola con Bette Davis non sarebbe stato ancora superato e avrebbe un peso rilevante nella vita professionale, secondo i due studiosi uomini, Bradley Ruffle e Ze'ev Shtudiner delle università Ben Gurion del Negev e Ariel Center di Samaria.BARBIE MANAGER - Cosa può andare storto se al curriculum (perfetto e completo) la candidata allega una sua foto degna di un casting di moda? Un bel po'. I due ricercatori israeliani contestano la vecchia teoria secondo la quale nel lavoro la bellezza paga: fare carriera (velocemente e senza fatica) per la «miss» pare infatti più problematico che per una ragazza bruttina. Le donne piacenti che al curriculum allegano una foto attraente, hanno meno possibilità di essere chiamate ad un colloquio di lavoro rispetto alle colleghe che la foto nemmeno la inviano o a quelle che ne allegano una così così. Tuttavia, la «discriminazione» verso i belli non colpisce l’uomo. Anzi, se lui è un «adone» avrà ben due marce in più. I belli ricevono infatti il doppio delle volte risposte positive alle richieste di lavoro rispetto ai candidati con una faccia «normale». Una conclusione ancora più amara se si considera ciò che avviene negli uffici del personale dove - dice la ricerca - regna «invidia e paura». Verso chi? Potenziali rivali.HOT OR NOT - Come descritto in un articolo apparso sull’ Economist, per la loro indagine i due economisti israeliani hanno inviato rispettivamente due curriculum in risposta ad altrettante offerte di lavoro: uno con foto, l’altro senza foto. La metà delle immagini ritraevano volti comuni, l'altra metà, invece, visini carini. A partecipare allo studio sono stati chiamati le studentesse e gli studenti dell'Università Ben Gurion. Tra luglio 2008 e gennaio 2010 i ricercatori hanno spedito complessivamente 5.312 domande di lavoro fittizie. Tra le 2.656 inserzioni (reali) apparse su giornali e web si cercavano ragionieri, ingegneri, programmatori, controller, direttori vendite, manager o account. Non vi erano preferenze specifiche sul sesso del candidato e nemmeno era richiesta una foto. A differenza dell’Italia (e di molti altri Paesi europei e asiatici), in Israele è infatti consuetudine accettare i curriculum anche senza foto.MEGLIO EVITARE LA FOTO? - Gli pseudo-aspiranti ad un posto differivano soltanto per le foto. Le qualifiche erano le stesse per ognuno, così come anche i nomi: «Cohen» o «Levi», i due più comuni in Israele. Ben presto sono arrivate anche le risposte per un invito ad un colloquio. Con grandi discrepanze. A differenza degli uomini bellocci, quelli più «comuni» hanno ricevuto il doppio dei rifiuti. Per loro solo una domanda su undici ha avuto successo. Nulla di particolarmente scioccante, dicono i due ricercatori. I datori di lavoro privilegiano dipendenti di bell’aspetto - pare ovvio. Ma poi la sorpresa: tra donne aspiranti all’impiego il risultato è stato quello opposto: più apparivano carine dalle foto, più erano i rifiuti. In aggiunta: le candidate che non avevano allegato nessuna foto avevano avuto più risposte di quelle con foto. In altre parole: la donna dall’estetica particolarmente gradevole ha dovuto inviare in media ben 11 curriculum prima di essere chiamata per un colloquio, a quella meno carina, invece, ne sono bastati 7. «All’inizio abbiamo pensato all’equazione ‘bella uguale oca’», ha spiegato Ruffle. Ma non è così. Sembra che la causa dipenda da tutt’altro fattore. E cioè da chi siede negli uffici del personale. Nello studio israeliano il 93% delle reclutatrici nelle società è donna, giovane e single. Ecco dunque spiegato il motivo della «discriminazione» verso le candidate attraenti: la gelosia. Il consiglio di Ruffle e Shtudiner? È molto semplice: diventi prassi, non più l'eccezione, inviare curriculum senza foto. Negli Stati Uniti o nel Regno Unito, per esempio, già accade. Non così in Italia, dove generalmente i curriculum «anonimi» vengono cestinati quasi subito.
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