L'Iran mostra false prove contro la spia del Mossad
da Londra Francesca Marretta, http://www.globalist.it/
Se non fosse una tragedia il fatto che Majid Jamali Fashi sia stato impiccato a 24 anni la settimana scorsa nella prigione di Evin a Teheran, con l'accusa di essere una talpa del Mossad, quel passaporto taroccato israeliano che fa tanto ridere, esposto come "prova" alla televisione di Stato iraniana, indurrebbe quasi a credere che è tutto uno scherzo, una commedia, un film inedito di Sacha Baron Cohen. Tutto vero invece. Fashi è stato giustiziato per l'omicidio del Professor Ali-Mohammadi, uno scienziato che insegnava fisica all'Università di Teheran e che saltò in aria nel gennaio 2010 davanti casa sua, dove era parcheggiato un motorino-bomba. Una settimana fa abbiamo scritto che il giovane è stato incastrato grazie a WikiLeaks, e che secondo noi ad ammazzare Ali-Mohammed potrebbero essere stati gli stessi iraniani. Ora anche giornali di Londra, come The Daily Mail, e canali panarabi, come Al-Ababiya avanzano l'ipotesi che ad uccidere lo scienziato siano stati gli stessi servizi iraniani. A sostegno di questa tesi il Daily Mail cita il blogger iraniano esiliato Potkin Azarmehr. Una delle ragioni per cui Mohammadi potrebbe essere stato ucciso è che era un sostenitore del candidato riformista dell'opposizione Mir Hossein Mousavi. Secondo fonti dell'opposizione iranana Ali-Mohammadi non era coinvolto in alcun modo nel programma nucleare iraniano, anzi, pare fosse un ambientalista.Lo scienziato aveva progettato di espatriare in Svezia. Ribadiamo la nostra teoria, ora condivisa da altri: nella guerra a distanza contro Israele, gli Usa e il blocco sunnita Regionale, Teheran di sicuro ci guadagna esponendo rei confessi che raccontano complotti del Mossad. Magari però il regime non si fida di scienziati che vogliono emigrare. Chissà cosa potrebbero raccontare, a maggior ragione se non sono implicati col potere. Facendoli levare di mezzo ai servizi di Paesi nemici si prendono due piccioni con una fava.La condanna a morte di Fashi è seguita a una confessione-show in cui il giovane ammetteva di essere una spia pagata da Israele per sabotare il programma nucleare iraniano. Dalle immagini diffuse della sua impiccagione non si riconosce però il suo volto, né è stato restituito il corpo. Questa è un'altra cosa strana. Il passaporto con la data del 2003 e la foto di un Fashi adulto (che nel 2003 avrebbe avuto 15 anni), che per giunta non guarda l'obiettivo, con un'ombra che pare l'aureola, non avrebbe certo passato i controlli all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Secondo il regime di Teheran, chi guarda la televisione iraniana è invece così fesso da cascarci.
Nessun commento:
Posta un commento