giovedì 27 settembre 2012
di Dimitri Buffa. http://www.opinione.it
Il 4 ottobre sarà un giornata memorabile per Napoli e il suo porto.
Sta infatti per arrivare la terza Freedom Flotilla per Gaza. Il sindaco
Luigi De Magistris non sta più nella pelle. Anzi, è già in spolvero e
rilascia dichiarazioni ad effetto alle tv locali. Ad esempio parlando di
«assedio dell’esercito israeliano» e di «cibi e medicine che non
passano». Tutte banalità plurismentite dai fatti, ma sempre buone per il
volgo.Al tg di Julie Italia parla di «Napoli città di pace», e di «pagina
storica da scrivere a Napoli», «laddove persino l’amministrazione Obama
non è riuscita».Bellissime parole, ma diventeranno fatti sponsorizzando un’iniziativa
a senso unico, dichiaratamente anti israeliana, come la Freedom
Flotilla? Che naturalmente neanche quest’anno si dirigerà verso i porti
del Libano, magari per poi dirigersi in Siria, ma sempre verso la
detestata patria degli ebrei. Con tanto di concerto dei 99 Posse a
fungere da fanfara di accoglienza e di raccolta fondi.
In sostanza, la nave Estelle partirà da Barcellona ed arriverà a
Napoli il 4 ottobre come ultima tappa, per potersi rifornire di soldi e
altri beni, grazie anche al concerto che si terrà la sera dello stesso
giorno, presso la Mostra d’Oltremare.Il sindaco De Magistris ha patrocinato personalmente l’evento,
insieme al suo assessore alle politiche sociali, Sergio D’Angelo, sicuro
candidato alle prossime elezioni nazionali nella Lista Civica
Arancione, che probabilmente farà parte di una coalizione dove ci sarà
anche Rifondazione comunista.Una non indifferente parte della popolazione napoletana, compresa la
locale comunità ebraica e le associazioni di amicizia con Israele, non
ha però ben digerito l’ennesima trovata pubblicitaria dell’ex pm Lugi de
Magistris. E così, dichiarandosi «indignata», gli ha scritto una
lettera aperta dai toni molto duri. A essa si è aggiunta la lettera da
Israele vergata dall’ex rabbino capo di Napoli, Pierpaolo Pinhas
Punturello, che si definisce «un cittadino napoletano, nato a Napoli, di
famiglia napoletana da molte generazioni per parte di madre, da appena
una sola per parte di padre».«Ho vissuto a Napoli - esordisce la missiva - dove sono stato
rabbino della locale comunità ebraica e certamente Lei avrà già
conosciuto chi mi sostituisce, il rabbino Scialom Bahbout. Dico
certamente perché da buon primo cittadino il 27 gennaio avrà onorato la
Memoria delle vittime della legislazione e persecuzione razzista che ha
visto dolore anche nella nostra città, anche tra gli ebrei partenopei».E ancora: «le Leggi Razziali resero Napoli non più madre ma matrigna e
molti ebrei di origine straniera persero per decreto leggi il
passaporto italiano e furono espulsi dal Regno di Italia. Così, dopo
meno di vent’anni dal loro arrivo a Napoli, molti ebrei greci, ormai
partenopei, si ritrovarono di nuovo al porto, imbarcandosi per non
tornare. Non erano emigranti, caro sindaco, erano espulsi: apolidi per
legge, rifiutati per identità. I fortunati che riuscirono a partire per
le Americhe si salvarono, ma molti di loro preferirono tornare in
Grecia, dove trovarono la morte per deportazione dopo l’invasione
nazifascista».Poi l’ex rabbino entra nel vivo: «Il nostro porto ha continuato, come
il mare che lo bagna, ad accogliere e veder partire umanità e proprio
pochi minuti fa ho letto che il veliero Estelle, il convoglio
internazionale della “Freedom Flotilla”, dal 4 al 6 ottobre sarà accolto
nella nostra città che Lei al momento amministra. Ho letto anche del
bel concerto che il 22 settembre sarà un momento di raccolta fondi per
“sensibilizzare la cittadinanza sulle tragiche condizioni di vita dei
palestinesi”. Ho citato le informazioni prese dal sito del Comune di
Napoli. Caro Sindaco, io le ho raccontato, in poche righe, storie reali,
documentate, che Lei potrà verificare di persona, ma a questo punto,
Lei mi potrebbe descrivere e documentare le “tragiche condizioni di vita
palestinese” che la “Estelle” verrà a lenire?». «Nel mio piccolo - prosegue la lettera aperta dell’ex rabbino capo di
Napoli - nel mio essere cittadino napoletano e gerosolomitano, nel mio
essere stato rabbino di quella città, Le chiedo: è mai stato in visita
in Israele e Palestina? Prima di pensare al suo dovere di
“sensibilizzare la cittadinanza sulle condizioni di vita a Gaza” Lei,
gentile Sindaco, è mai stato a Gaza o Ramallah? O ha mai passeggiato per
le città israeliane di Sderot, Ashdod, Ashkelon, Beer Sheva ed altre
ancora che sono sotto il costante lancio di missili che partono proprio
da Gaza? Queste condizioni di vita israeliane non meritano una Flotilla
o un concerto? I bambini che hanno imparato a correre nei rifugi prima
ancora che a parlare, non hanno diritto ad una qualsiasi barca
salvifica?».Poi la chiosa finale: «Egregio Sindaco, Napoli, attraverso questa
iniziativa voluta dalla Sua amministrazione, mi ha schiaffeggiato in
quanto suo figlio e non è meno matrigna di quando fece imbarcare i suoi
figli espulsi per mondi lontani dai quali non tornarono. Sono certo che
il prossimo 27 gennaio Lei renderà omaggio alla Memoria delle vittime
degli anni bui del fascismo, prima di farlo, La prego di venire a
trovarmi in Israele. Sarà mia cura portarla ad Ashdod. Impari prima a
correre però e sappia che il porto di Ashdod è chiuso a causa dei
missili lanciati da Gaza. Sensibilizzi i miei concittadini anche su
questo argomento».Insomma una brutta gatta da pelare per il sindaco ex pm e
neo-Masaniello del sentire popolare, che si scorda degli ebrei
napoletani convinto, forse, che i “poveri palestinesi” di Gaza facciano
più audience.Ora si aspetta una sua risposta, possibilmente non burocratica o di repertorio.
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