venerdì 19 ottobre 2012
Il peso delle parole kibbutz Tzuba
Dovremmo
pretendere dai politici italiani, che oltre alle dichiarazioni di
rito in occasione di tragici anniversari, facessero una maggiore
attenzione al linguaggio che viene utilizzato da loro o da coloro di
cui si circondano. La memoria della Shoah o del periodo nazifascista
in Italia impongono un’attenzione particolare anche al linguaggio
con cui ci si esprime tutti i giorni. Non dobbiamo trascurare che,
alle volte, delle comparazioni avventate o delle minimizzazioni
producono l’effetto di svilire il passato, sbiadendo pagine
storiche che invece non debbono essere dimenticate. Così, la mattina
del 16 ottobre, data a noi tristemente nota, abbiamo letto
sull’Unità, il giornale del Pd e fondato nientemeno che da
Gramsci, che Matteo Renzi viene definito “fascistoide” così
da far pensare magari ai più giovani che, se uno come Renzi è
fascista, magari i fascisti, quelli veri, non dovevano essere tanto
male. Successivamente è stato il turno di Barbato, deputato
dell’Idv, che ha invece chiesto l’apertura dei campi di
concentramento per Formigoni e Scopelliti. Un folle, che però siede
nel parlamento del paese che emanò le leggi razziste e che contribuì
alla deportazione degli ebrei nei campi di sterminio, molti dei
quali, proprio da quei campi, non fecero mai ritorno.Daniel
Funaro, studente, http://www.moked.it
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