Chi dà fastidio ai
nemici di Israele
sabato 24 novembre 2012
Giustamente Rossella Tercatin nel suo
resoconto sulla serata milanese di JCall di martedì scorso si è
concentrata sui discorsi degli oratori e non ha dato spazio ai violenti
interventi visceralmente antisraeliani, in effetti non certo meritevoli
di menzione per il loro contenuto. A livello di pilpul mi pare tuttavia
che valga la pena fare qualche riflessione. Prima di tutto, gli
italiani che si proclamano filopalestinesi sembrano in qualche modo più
realisti del re (l’intervento, pur molto duro, di una ragazza egiziana
è stato decisamente più pacato). Si trattava spesso di proclami e
dichiarazioni, enunciati in modo perentorio, accompagnati
dall’esposizione di una grande bandiera palestinese alle spalle di chi
interveniva; nessuna ricerca di un dialogo o di un confronto, ma
un’enunciazione di verità rivelate. Che tali verità corrispondano o
meno ai fatti sembrava quasi un problema secondario: all’invito da
parte di Stefano Levi Della Torre ad informarsi meglio è stato risposto
che erano molti in sala a pensare la stessa cosa, che le loro opinioni
sono condivise anche da molti ebrei e che c’è libertà di pensiero. Vale
anche la pena notare come sia diffusa la logica perversa secondo cui
chi ha più vittime è sicuramente dalla parte della ragione.Scopro l’acqua calda? Certamente, ma vale la pena sottolineare il
contesto: non una manifestazione pro-Palestina ma un dibattito alla
Casa della Cultura, in risposta a oratori che già avevano usato toni
fortemente critici nei confronti dell’attuale governo israeliano. Di
fronte a questo astio espresso in modo così violento e ottuso viene a
volte la tentazione di chiedersi chi ce lo fa fare: a che scopo farsi
il sangue cattivo all’interno del mondo ebraico, prendersi le accuse di
tradimento e le offese per poi essere attaccati anche dall’altra parte
in quanto “sionisti” (parola considerata già di per sé un insulto)?In fin dei conti, però, tutto questo astio dimostra che ai nemici di
Israele i gruppi come JCall danno molto fastidio: dà fastidio Gad
Lerner che si sdegna per le vittime palestinesi e poi dichiara: “Sì,
sono sionista, e allora?”; dà fastidio Stefano Levi Della Torre che si
scaglia contro l’inerzia di Netanyahu e contemporaneamente si chiede
come mai a Gaza abbiano speso i soldi in missili da lanciare contro
Israele anziché in scuole e rifugi. Danno fastidio perché escono dal
confortante meccanismo di propaganda contro propaganda. Danno fastidio
perché mettono in discussione schematismi troppo facili. Danno fastidio
perché si intuisce che saranno ascoltati da persone che probabilmente
non darebbero retta ai difensori di Israele senza se e senza ma. Non da
tutti, certo, probabilmente da pochi, ma se anche una sola persona
entrata l’altra sera in sala piena di certezze antisraeliane ne è
uscita con qualche dubbio in più avremo fatto già un passo avanti. E se
ai nemici di Israele i gruppi come JCall danno così fastidio, forse
significa che la loro utilità per Israele è superiore a quanto
normalmente si pensi.Anna
Segre, insegnante, http://www.moked.it/
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