giovedì 8 novembre 2012
Uno dei principali motivi per visitare Israele è sempre stato quello
religioso. Ma se pensate che sia solo Gerusalemme la città santa,
probabilmente non avete ancora visitato Haifa. Infatti,
se da un lato ebrei ortodossi, musulmani e cristiani si contendono, in
una difficile convivenza, i luoghi sacri all’interno delle vecchie mura
di Gerusalemme ad Haifa sorge il Centro mondiale degli adepti Bahá’í.Siamo a nord di Israele verso il Libano e Haifa sorge ai piedi del Monte Carmelo,
dove religione e storia si intrecciano di nuovo. E’ qui che, secondo la
Bibbia, il profeta Elia sconfisse un gruppo di profeti del dio Baal.
Oggi invece è il luogo santo dove i meravigliosi Giardini Bahá’í, inaugurati nel 2001, includono il maestoso Mausoleo del Bàb con una cupola alta 40 metri interamente ricoperta di oro 14 carati. Accanto a questa tomba, sorgono altri edifici: un centro studi in cui vengono tradotti nelle varie lingue i testi originali scritti dal fondatore Baha ‘u ‘llah conservati nell’archivio e la Casa Universale di Giustizia che ospita i 9 principali membri dell’alto consiglio dei Bahá’í.Per capire come ha avuto origine la religione Bahai ho incontrato a Milano due membri dell’assemblea locale, Shervin Setareh e Carla Castello. La fede Bahai è nata in Iran dove il suo fondatore, Baha ‘u ‘llah
(1817-1892) accettò la rivelazione del Bàb che nel 1844 affermò di
essere l’atteso Mahdi dell’Islam, una sorta di figura messianica già
presente nell’ebraismo. Fucilato nel 1850 e proclamato eretico, nella
maggior parte dei suoi scritti il Bàb accennò all’arrivo imminente di Colui che Dio renderà manifesto, promesso dalle sacre scritture e che avrebbe instaurato sulla Terra il regno di Dio. Baha ‘u ‘llah quindi si proclamò il promesso dal Babismo ed il Messaggero di Dio, l’educatore tanto atteso dall’umanità
per la realizzazione delle promesse escatologiche delle principali
religioni mondiali che prevedevano il sorgere di un salvatore come il
Cristianesimo, l’Islam, il Buddismo e altre ancora. Perseguitato dagli
Ottomani, ha trascorso l’ultima parte della sua vita imprigionato ad Akko
e successivamente al suo rilascio ad Haifa. Fu proprio qui che
impressionato dalla bellezza del Monte Carmelo, espresse il desiderio
che il Bab, il precursore della fede, fosse sepolto lì.Tra le tante curiosità, il numero 9 contraddistingue
molti punti chiave di questa religione. Nove sono i messaggeri di Dio
inviati nel corso di tutta l’umanità per rivelare progressivamente il
suo piano: Adamo, Abramo, Mosè, Zarathustra (tanto caro a Nietzsche), Krishna, Buddha, Gesù, Maometto e Bàb. Nella struttura spirituale e amministrativa, nove sono le persone che vengono elette come responsabili nelle varie assemblee. In quelle locali (come quella di Milano) e quelle nazionali vengono eletti annualmente. A loro volta questi 9 responsabili di tutte le assemblee nazionali ogni 5 anni si ritrovano ad Haifa per eleggere i nove principali membri dell’alto consiglio.
Anche nell’architettura questo numero assume caratteri quasi mistici.
Il tempio di Haifa ha nove porte al fine di rappresentare le maggiori
nove religioni del mondo e i giardini sono stati progettati in nove
cerchi concentrici. Il pellegrinaggio in questi luoghi, che ogni Bahá’í
sogna di poter fare almeno una volta dura nove giorni e ripercorre le
tappe fondamentali della predicazione e della vita di Baha ‘u ‘llah.I responsabili ci tengono a sottolineare che non sono una setta, che
non fanno proselitismo e accettano ogni altra forma religiosa, in quanto
ognuna è preziosa per la rivelazione dell’unico Dio avvenuta nei
secoli. La persona che si accosta alla fede Bahá’í ha così piena libertà
di accettare queste verità oppure di rifiutarle. Non c’è nessuna
scomunica, nessuna imposizione e nessun potere di controllo sulla vita
altrui. L’obiettivo è un processo di trasformazione dell’individuo,
tramite la preghiera, per poter aspirare all’unità spirituale con tutti
gli uomini. Senza annullare le diversità tipiche di ogni cultura
nazionale ma al contario risaltarle per arrivare ad apprezzarci come
cittadini dello stesso mondo. I Bahá’í sono benvisti anche per il loro
impatto positivo nel sociale. Cercare di far progredire l’umanità verso
la piena unità e armonia significa anche opporsi a tutti i sopprusi, le
violenze e le discriminazioni sostenendo la parità dei diritti fra
uomini e donne.
A dispetto di molte persecuzioni musulmane, in aperto contrasto con le teorie dei testi Bahá’í, in Israele il governo ha favorito lo sviluppo di questa religione.
Il comune di Haifa per creare simmetria con i giardini in costruzione
sul Monte Carmelo ha spostato una sezione della Ben Gurion Avenue di
1,86 metri per allinearla con le scale centrali delle Terrazze.
Dall’apertura dei giardini del 2001, tutto questo ha fatto lievitare il
numero di turisti diretti al Monte Carmelo. Negli ultimi anni Haifa
risulta così la sesta meta più visitata nello stato ebraico.Dubitare, rifiutare o accettare questo “nuovo” credo dipende dalla
sensibilità di ogni persona. Innegabile però è che questa religione
proclama la bellezza in tutte le sue sfumature. Basta aprire gli occhi
su questi giardini che si incastonano in un paesaggio sospeso tra la
montagna e il mare del porto di Haifa. Del resto il Baha ‘u ‘llah diceva
che la bellezza è il canale materiale per esprimere la gioia per se stessi e gli altri.L’ennesima meraviglia in Israele. Da scoprire.
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