sabato 10 novembre 2012
Incursori della Marina per rafforzare i legami con Israele
MESSINA - Blitz in Israele dei
reparti d’élite della Marina militare italiana. Dal 3 all’8 novembre,
nelle acque prospicienti la città di Haifa, si è tenuta la prima
edizione dell’esercitazione bilaterale Rising Star 2012 a cui hanno
partecipato i palombari artificieri del Gruppo operativo subacquei del
COMSUBIN (Comando Subacquei ed Incursori) di La Spezia e i Divers
(specialisti sommozzatori) della Marina israeliana.Obiettivo dell’addestramento, il
“contrasto della minaccia costituita dagli ordigni esplosivi
improvvisati (Improvised Explosive Devices)”, attraverso la “bonifica a
bordo delle unità navali e subacquee”.“Le minacce terroristiche o i
fenomeni di pirateria stanno portando le Forze di sicurezza ed in
particolare le Marine militari dei paesi occidentali a studiare assetti e
procedure efficaci”, ha spiegato il Comando italiano nel comunicato di
presentazione della missione in Israele. “L’intervento sugli IED a bordo
delle unità navali, necessita di un continuo addestramento, materiali
specifici e tecnologicamente moderni, ma soprattutto operatori altamente
specializzati”. Come i sub italiani e gli omologhi israeliani,
operativi da tempo nei principali teatri di guerra internazionali. A
partire dagli anni ’90, ad esempio, i reparti del COMSUBIN di La Spezia
sono intervenuti nei Balcani e in Albania, in Corno d’Africa, Rwanda,
Libano e Golfo persico.Prima dell’esercitazione navale ad Haifa, a
fine 2011 le forze aeree di Italia ed Israele avevano dato vita a due
importanti attività addestrative, la prima in Sardegna (nome in codice
Vega) e la seconda nel deserto del Negev (Desert Dusk). Durante i war
games furono simulati combattimenti aerei tra cacciabombardieri F-15 ed
F-16 israeliani ed “Eurofighter” e “Tornado” dell’Aeronautica italiana e
bombardati bersagli fissi e mobili nei poligoni militari.Rising Star 2012 ha preso il via una
decina di giorni dopo il terzo vertice intergovernativo
italo-israeliano di Gerusalemme, a cui hanno partecipato, tra gli altri,
il primo ministro Mario Monti e ben sei ministri del suo esecutivo.
“L’Italia e Israele sono unite da un legame speciale ed oggi stiamo
ponendo le basi per intensificare ulteriormente questa collaborazione e,
allo stesso tempo, per avviarla in nuovi settori”, ha spiegato il
professore Monti al termine del colloquio con il premier israeliano
Benjamin Netanyahu. Diversi gli accordi commerciali sottoscritti; tra i
più importanti quelli in vista del “rafforzamento e la promozione della
collaborazione sul fronte delle imprese innovative start-up e, più in
generale, dell’hi-tech”, come si legge nel memorandum finale.
All’orizzonte ci sono poi gli investimenti finanziari nel settore delle
grandi infrastrutture (come ad esempio il collegamento ferroviario dal
Mar Rosso al Mediterraneo) e, immancabilmente, per la cooperazione, la
ricerca, lo sviluppo e la produzione nel settore militare.Il 2012 è stato un anno chiave nelle
relazioni tra i complessi militari industriali dei due paesi. A
febbraio, il governo di Israele ha ufficializzato l’accordo preliminare
per l’acquisto di 30 caccia-addestratori M-346 “Master” di Alenia
Aermacchi (Finmeccanica). I velivoli saranno assegnati alle Tigri
volanti del 102° squadrone dell’aeronautica militare; oltre alla
formazione dei piloti e al supporto alla guerra elettronica, essi
potranno essere utilizzati per attacchi al suolo con bombe e missili
aria-terra o antinave. Il giro di affari della commessa si attesta
intorno al miliardo di dollari ma comporterà per l’Italia una
contropartita altrettanto onerosa. Tel Aviv, infatti, ha imposto che le
forze armate italiane si dotino di un satellite elettro-ottico di
seconda generazione “Ofeq”, prodotte dalle industrie israeliane IAI ed
Elbit (costo 200 milioni di dollari) e di due velivoli di pronto allarme
(Early warning and control - AEW&C) “Gulfstream 550” con relativi
centri di comando, controllo e sistemi elettronici avanzati delle
aziende IAI ed Elta Systems (800 milioni circa).Nel corso dell’anno,
l’Aeronautica italiana ha pure deciso di dotare i propri elicotteri
EH101 e gli aerei da trasporto C27J “Spartan” e C130 “Hercules” con un
nuovo sistema di contromisure a raggi infrarossi, denominato “Dircm -
Directional infrared countermeasures”, che sarà co-prodotto da
Elettronica Spa di Roma e dall’israeliana Elbit. “Con il Dircm,
l’Aeronautica militare sarà la prima forza armata europea a dotarsi di
un sistema con tecnologia non americana per la difesa dai missili che
possono essere lanciati con sistemi a spalla e che rappresentano una
delle minacce più pericolose in fase di decollo ed atterraggio”,
spiegano al Ministero della difesa. Venticinque milioni e mezzo di euro
la spesa, con consegne che saranno fatte entro la fine del 2013. E
sempre dal prossimo anno, i missili israeliani aria-terra a corto raggio
“Spike” armeranno gli elicotteri d’attacco AW-129 “Mangusta” di
AugustaWestland, altra azienda di punta del gruppo Finmeccanica. Tel
Aviv farà la guerra con il made in Italy, noi la faremo con le armi
d’Israele.http://www.dazebaonews.it/
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