mercoledì 28 novembre 2012

 Israele: Likud vira a destra, Livni torna in campo

(di Aldo Baquis) (ANSAmed)- TEL AVIV, 27 NOV - A due mesi dal voto anticipato per il rinnovo della Knesset (parlamento), la politica israeliana e' entrata in una fase turbinosa. Ieri il ministro della Difesa, Ehud Barak, ha annunciato a sorpresa di voler lasciare la scena a e oggi la ex leader di Kadima ed ex titolare degli Esteri, Tzipi Livni, ha intrapreso il percorso inverso.Mettendo termine a una lunga pausa di riflessione, ha annunciato che si candidera' alla guida d'un nuovo partito centrista ('Ha-Tnua' ', il movimento) deciso a sfidare la favoritissima destra di governo del premier Benyamin Netanyahu e a battersi ''per un Israele occidentale, illuminato e progressista''.Ma queste manovre di assestamento impallidiscono di fronte al terremoto provocato nel Likud di Netanyahu da una tornata di elezioni primarie sfociate nell'ulteriore radicalizzazione della vocazione destrorsa della storica formazione-simbolo del nazionalismo ebraico. I 123.000 iscritti erano stati chiamati a esprimere 12 preferenze ciascuno per compilare la graduatoria dei candidati alle prossime politiche (alle quali il partito del premier si presenta in un unica lista con gli ultra' di Israel Beitenu, guidati dal ministro degli Esteri in carica, Avigdor Lieberman). E quando, nel cuore della notte, il computer ha reso noto i risultati, la fisionomia del partito fondato da Menachem Begin e' apparsa trasfigurata ben oltre le attese.A confronto vi erano due anime: quella il cui cuore palpita senza freni per i coloni della Cisgiordania e quella che - pur schiettamente nazionalista - vuol difendere l'autonomia della magistratura: anche a costo di dare qualche dispiacere, se necessario, al movimento degli insediamenti. Fra i portabandiera della corrente legalitaria spiccavano i nomi di esponenti di governo come Benny Begin (figlio dell'ex premier), Micky Eitan o come il piu' moderato dei dirigenti attuali, Dan Meridor. E tutti e tre sono stati bocciati.Fra i capilista elettorali del 'nuovo' Likud (ai quali dovranno affiancarsi in seguito quelli di Israel Beitenu) hanno invece trionfato falchi rampanti quali Dany Danon (promotore nei mesi scorsi di una sorta di Tea Party in salsa israeliana), Tzipi Hotovely o Zeev Elkind. Senza contare quel Moshe Feiglin, colono oltranzista egli stesso, che nel 1995 animo' (alla guida allora del gruppo ultranazionalista Zu Arzenu) furibonde manifestazioni anti-Rabin destinate a creare il clima d'odio in cui sarebbe maturata l'uccisione dell'allora premier laburista, firmatario degli accordi di pace di Oslo con i palestinesi.''Begin jr. e' fuori, Feiglin e' dentro'', sintetizza oggi Yediot Ahronot in tono allarmato. Un disagio riecheggiato l'altra notte persino da Netanyahu, quando ha assicurato di voler difendere gli ideali del capostipite Vladimir Jabotinsky.Ma le rassicurazioni del premier non convincono gli oppositori. ''Il Likud e' divenuta una forza estremista, dove non c'e' piu' spazio per un sionismo liberale'', ha tuonato fra i primi Livni, nata politicamente proprio nel partito di Begin, ma uscitane gia' da diversi anni. In un'affollata conferenza stampa, la bionda Tzipi ha annunciato il ritorno sull'arena pubblica ''per combattere'' e per offrire agli israeliani una alternativa liberal-moderata. Il suo ultimo partito, Kadima, nel quale aveva seguito Ariel Sharon per sostenere il progetto di sgombero forzato di 8.000 coloni dalla Striscia di Gaza, si e' ormai sfaldato. E adesso lei e' decisa a dar vita a un ennesimo movimento centrista ''per resitituire speranza alla Nazione''. Resta da vedere se l'iniziativa bastera' a ridare smalto a un'opposizione frammentata fra i laburisti di Shelly Yachimovic, la lista dell'anchorman tv Yair Lapid, cio' che resta di Kadima e lo stesso movimento di Livni. Mentre i sondaggi, per ora, continuano a dare le destre in vantaggio. E ad attribuire all'alleanza Likud-Israel Beitenu una confortante previsione di oltre 40 seggi sui 120 della Knesset.

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