sabato 17 novembre 2012
Per la prima volta dal 1991, un missile colpisce la città.
Kiryat Malachi (Sud d'Israele) - Le
strade e i campi sono deserti. Le case hanno le tapparelle abbassate. Le scuole
e molti negozi sono chiusi. In un caffè, la barista - con i
clienti ancora al bancone - tira giù le serrande e manda tutti fuori: «Vado a
prendere la mia famiglia e la porto al Nord». Nel Sud d'Israele continuano
infatti senza sosta a cadere razzi in arrivo da Gaza, come continuano in queste
ore i raid israeliani su Gaza.Ieri, in serata, c'è stata una
preoccupante svolta nel conflitto iniziato mercoledì: per la prima volta, un
missile lanciato dalla Striscia ha colpito anche più lontano, toccando i
sobborghi meridionali di Tel Aviv. Ore prima, un razzo aveva centrato una
palazzina della cittadina di Kiryat Malachi, nella regione meridionale. I due
ultimi piani dell'edificio sono stati sventrati. Tre persone sono rimaste
uccise. Poche ore dopo, nell'appartamento, i letti sono ancora disfatti. I
mobili sono distrutti e ci sono vetri rotti ovunque. Tracce di sangue sporcano
le scale fino al pian terreno. «È la terza volta in un anno che sento le sirene
e corro con mia moglie e mia figlia nel rifugio anti missile. Questa volta,
però, abbiamo sentito anche l'esplosione e capito che il razzo era caduto
vicino», dice Gadi Mamo, 30 anni, che abita di fronte al palazzo colpito. Una
donna, parente di una vittima, urla e piange nel cortile, mentre i politici
israeliani in visita - tra loro il minsitro dell'Interno Eli Yishai - sono
insultati al loro arrivo dagli abitanti del quartiere.Kyriat Malachi è una cittadina 25
chilometri a Nord di Gaza, tra quei campi dove spesso cadono i razzi lanciati
dai gruppi armati palestinesi, sorvolati ora da jet ed elicotteri da guerra
israeliani in rotta verso la Striscia. Avvicinandosi a Gaza, cresce il rumore
delle esplosioni, si vedono le colonne di fumo degli attachi israeliani alzarsi
dal piccolo territorio costiero e le strisce di fumo dei razzi lanciati dalle
postazioni palestinesi.La svolta, che rischia di
irrobustire le violenze, è arrivata quando le sirene hanno suonato
inaspettatamente nel Sud di Tel Aviv e gli abitanti della città hanno sentito
una forte esplosione. Non succedeva dal 1991, quando i missili del raìs
iracheno Saddam Hussein colpirono la città. Da due giorni, i portavoce
dell'esercito spiegano che i raid dell'aviazione stanno cercando soprattutto di
colpire depositi di Fajr 5, missili di fabbricazione iraniana con un raggio di
quasi 50 chilometri, uno dei quali potrebbe essere stato usato ieri per colpire
Tel Aviv.L'operazione militare israeliana
Pilastro di Difesa, che secondo i vertici israeliani mira a indebolire la
catena di comando militare di Hamas, è cominciata mercoledì con l'uccisione
mirata del più alto comandante militare del movimento. I funerali di Ahmed
Jabari, numero due del movimento palestinese che controlla Gaza, si sono tenuti
ieri. Al suo posto è stato nominato Marwan Issa, il suo vice. Dall'inizio
dell'operazione, almeno 200 razzi sono caduti sul Sud d'Israele e centinaia di
attacchi israeliani hanno colpito obiettivi militari a Gaza - depositi di armi
e postazioni di lancio razzi. Nei raid, però, sono rimasti uccisi anche civili.
Il numero delle vittime nella Striscia dall'inizio dell'operazione, ha detto al
telefono un medico dell'ospedale Shifa di Gaza, è salito a 15. Con l'aumentare
delle violenze cresce anche la tensione diplomatica tra Israele e il vicino
egiziano. Dal Cairo, il presidente Mohammed Morsi, membro di quei Fratelli
musulmani da cui Hamas è nato, ha ritirato mercoledì il suo ambasciatore e ha
parlato ieri di «aggressione inaccettabile d'Israele». Il raìs potrebbe inviare
oggi a Gaza il suo premier Hesham Kandil.Gli ultimi preoccupanti sviluppi
rendono più robusto il timore che l'operazione militare israeliana possa presto
trasformarsi in un'offensiva di terra, come accadde nel 2009 con Piombo Fuso,
quando morirono oltre mille persone. Ieri, il ministero della Difesa ha richiamato
30mila riservisti e un portavoce dell'esercito ha spiegato che nuove truppe
sono in rotta verso il Sud. «Ci attendono giorni difficili», ha detto. http://www.ilgiornale.it/
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