martedì 22 gennaio 2013
Israele, un posto dove è bello nascere
Questa volta non scrivero’ di guerra, di
palestinesi, di odio e antisemitsmo ma provero’ a raccontare una
bella storia, una storia israeliana , una storia di
solidarieta’umana unita al lavoro e alla collaborazione. Esiste da anni a Tel Aviv un centro ricreativo
e culturale che si chiama Nalaga’at Centre e si trova al vecchio
porto di Jaffo da anni ormai restaurato e trasformato in un
quartiere molto ricercato, particolare, pittoresco dove la sera gli
israeliani vanno a cena nei bellissimi ristorantini e poi
a teatro, al luna park o semplicemente a sedersi in un caffe’.Il particolare di questo enorme centro e’ che
il personale e’ non udente e non vedente, spesso le due cose
insieme. Una situazione non facile che generalmente emargina le
persone disabili, ebbene Israele ha voluto dare loro una possibilita’
aiutandoli a diventare autonomi e indipendenti nel modo piu’
dignitoso possibile attraverso il lavoro, lo scambio di emozioni,
l’arte. Al Caffe’ Kapish belle ragazze e ragazzi
(israeliani ebrei e arabi) sorridenti, tutti completamente sordi,
intrattengono i clienti, ricevono le ordinazioni, usando la
loro lingua, la lingua dei segni. E’ un’esperienza bellissima e
talmentre coinvolgente che in men che non si dica i clienti “normali”
incominciano a muovere le mani copiando i segni dei loro ospiti.Dopo un primo momento di sconcerto per la situazione
nuovissima e strana, i clienti del Caffe’si trovano a proprio
agio e incominciano a imparare, divertendosi, la nuova lingua
cercando di farsi capire tra grandi risate silenziose per non turbare
l’assoluto silenzio del locale. Il personale li coinvolge, li
avvolge in un’atmosfera affettuosa, insegna loro cosa sia la
diversita’ vissuta con allegra positivita’ e loro si
lasciano guidare verso un’esperienza unica e esaltante.Un’esperienza fuori dal mondo.http://www.nalagaat.org.il/kapish.php Nel teatro del Nalaga’at Center recitano attori
sordomuti (anch’essi appartenenti a tutti i gruppi esistenti
in Israele, ebrei, arabi crstiani e arabi musulmani, drusi, beduini).
Vi sono spettacoli per bambini dai 5 anni in su, decine di
bambini che vengono portati dalle scuole o dai genitori a imparare
che la diversita’ non significa solo problemi enormi ma anche
gioia , anche lavoro, anche solidarieta’, anche amore, anche
fratellanza e soprattutto “Siamo uguali a voi!”.Give me a sign, dammi un segno...e possiamo
comunicare. I bambini imparano e, in silenzio, riescono a
partecipare e a divertirsi provando una gioia diversa , un
divertimento senza confusione, rumore, senza eccessi , vengono
letteralmente travolti da gioia pura mista a un grande interesse per
quel mondo sconosciuto fatto di musica, di sorrisi e di
mani che si muovono per parlare..E’ un tipo di esperienza profonda e cosi’
importante che non dimenticheranno mai. Durante le recite in sala non si sente volare una
mosca, provate a pensare cosa possono combinare decine di bambini
tutti insieme, bambini che di solito gridano, ridono , si muovono,
fanno confusione insomma. Bene quando sono in quel teatro si
ammutoliscono e , sorridendo un po’ imbarazzati, pendono
letteralmemte dalle mani degli attori, non perdono un segno,
applaudono agitando le mani alzate, ridono, si divertono e poi
vanno sul palco insieme agli attori e si “parlano” .I bambini imparano subito e in quell’atmosfera
serena e allegra fanno volare le loro mani come farfalle, all’inizio
intimiditi da tutto quel silenzio ma poi , travolti
dall’atmosfera dell’ambiente, si lasciano andare, come ogni
bambino, alle carezze e al nuovo linguaggio dei loro “strani”
nuovi amiciDurante lo spettacolo in una parte del
palcoscenico che e’ sempre alla stessa altezza del pubblico, alcuni
attori fanno il pane, lo cuociono all’istante e alla fine chiamano
i bambini che lo spezzano lo mangiano, ancora caldo e lo portano al
resto del pubblico in sala. http://www.nalagaat.org.il/ten.php Il messaggio di queste persone e degli
organizzatori e’ ” siamo ciechi e sordi ma siamo creativi,
sentiamo gioia, siamo autosufficienti, lavoriamo e vogliamo essere
accettati come normali cittadini uguali a voi nel
rispetto reciproco.”.La prima produzione del gruppo “Deaf-blind
Acting Ensemble, “Light is Heard in Zig Zag”, si e’ esibita in
tutta Israele con grande successo e adesso la seconda produzione
“Not by Bread Alone” e’ fissa al Nalaga’at Center . Gli
“attori” preparano il pane, non vedono e non sentono niente ,
tutto quello che fanno e’ il risultato della loro grande capacita’
di “sentire” le onde, gli odori, sensazioni spesso
dimenticate dai “normali”.Fare il pane e’ un atto altamente simbolico, il
pane e’ la casa, l’ospitalita’, il calore, la tradizione,
addirittura le origini del genere umano, il pane e’ una cosa che si
fa con le mani e che, lavorarlo lentamente, da una
sensazione meravigliosa di pace .Gli attori/ amici interagiscono col pubblico,
lo fanno intervenire, salire sul palcoscenico, lo fanno impastare,
odorare, insegnano come metterlo nei forni senza bruciarsi ( la
scoperta e’ che i “normali” sono i meno capaci di
prestare attenzione e, di fronte ai “disabili”e alla loro grande
manualita’, sono proprio loro a trovarsi in difficolta’).Alla fine tutti mangiano il pane appena sfornato
guardandosi e sorridendosi, cercando di comunicare le proprie
emozioni mentre alcuni sordi vedenti le riferiscono ai ciechi
non udenti, battendo con le dita sulle loro mani, per
raccontare le sensazioni del pubblico. Grandi e beati sorrisi illuminano i volti degli
attori.Credo che nessun pane abbia un sapore migliore di
quello dei “Deaf-blind Acting Ensemble”.http://www.nalagaat.org.il/theater.php Infine, il pezzo forte del centro, l’esperienza
piu’ strana e sconvolgente, e’ il ristorante per ciechi che
si chiama, appunto, Blackout.Immaginate di entrare in un locale dove il
buio e’ totale, non si vede assolutamente niente. Entrate e venite
accolti da un cameriere cieco che vi accompagna, con passo sicuro,
al tavolo mentre voi annaspate incerti stringendo la sua mano,
vi fa sedere con attenzione perche’ troviate la sedia giusta senza
cadere per terra e poi ha inizio l’avventura della cena.Vengono consegnati dei tovaglioli da legare al
collo, molto grandi, perche’ non si puo’ vedere cio’ che si
mangia e lo si deve fare con le mani, rischiando di macchiarsi. Non
esistono posate. Quando gli occhi si abituano al buio totale si
incomincia a sentire la presenza di altri commensali che
mangiano, parlando sottovoce, che magari rovesciano i bhicchieri ma
c’e subito un cameriere che interviene, sicuro come se vedesse,
per aiutare il povero imbranato “vedente” Il cibo e’ ottimo e il menu ricco e vario e ,
sembra impossibile ma , abituati come siamo nella nostra
quotidianita’ “normale” a non far caso al sapore del cibo
ingurgitato in fretta tra un’occupazione e l’altra,
istantaneamente, nel buio assoluto, ecco che ci si accorge di avere
anche altri sensi, l’odorato, il tatto, l’udito e
mangiare diventa un’ esperienza gioiosa e piena di incognite anche
comiche e esaltanti, indovinare cio’ che si mette in bocca senza
vederlo, indovinare solo dal sapore e dall’odore il tipo di
verdura, di carne o di pesce, scommettere se nel dolce c’e del
liquore e che tipo di liquore, scoprire infine che lo si
puo’ fare se si presta attenzione e si diventa piu’...umili e
piu’ aperti a quello che ci circonda, diventa un’esperienza
esaltante.....dicono loro “c’e’ tanto da vedere quando
gli occhi sono chiusi” http://www.nalagaat.org.il/bo_menu.php Nessuno ha mai parlato di questa eccellenza
tra le tante di Israele, siamo cosi’ coinvolti dai problemi di
sicurezza e di guerra o terrorismo che non si parla d’altro,
i giornalisti stranieri sono troppo impegnati a dipingere Israele
come un paese di soldati e di religiosi da non porsi nemmeno il
problema che questo sia un paese dove , senza fatica, si trova
il bello, si sente una gioia di vivere tanto forte che
Israele, nonostante la situazione di guerra continua, e’ uno
dei primi 20 paesi al mondo dove i suoi cittadini dicono sia
“bello nascere”.Israele’ e’ intelligenza, e’ vita ,
e’umanita’, e’ anche un gran casino come tutti i paesi
mediterranei, e’ anche un po’ cafona e villana, e’
definita “fico d’India” , spinoso ma dolce, molto dolce e
, a differenza di altri, e’ un paese che funziona , che va avanti a
testa alta e con orgoglio nonostante le avversita’ e i pericoli, e’
un paese che 65 anni di guerre non sono riusciti a piegare, e’
un paese di giovani pieni di inventiva e di capacita’ che fanno di
Israele una “start up Nation” in tutti i campi , scienza,
tecnologia, cultura, business. E’ uno dei paesi al mondo dove si
legge di piu’. Insomma, Israele, nonostante i suoi tanti detrattori
e i suoi immensi problemi di sicurezza, e’ un paese dove e’
bello nascere, un paese chein grado di illuminare anche
chi vive nell’ oscurita’ e nel silenzio.
Deborah Fait,http://www.informazionecorretta.com/
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