domenica 27 gennaio 2013
La primavera israeliana
Vedete amici, cosi’ si fanno le primavera politiche nei paesi democratici.Si esce di casa, tutta la famiglia, con i bambini per mano e ogni famiglia
israeliana ne ha almeno tre, si va verso la scuola designata, coperta di
bandiere biancoazzurre e delle fotografie dei candidati, davanti alle
scuole banchetti di ragazzi caciaroni che, bevendo aranciate e Coca Cola,
distribuiscono le foto dei loro beniamini, gli ultimi inviti:
“Vota Bibi, vota Yair, Vota Shelli...”.Si lasciano i bambini schiamazzare nei corridoi ( nessuno in Israele dice
mai a un bambino di star “buono”...a volte anche...purtroppo ), si entra nel
seggio , si vota, si esce, (dopo aver votato mi sono soffermata a guardare e
tutti uscivano dai seggi sorridendo soddisfatti, chiamando i
figli a raccolta) poi , prima di darsi alla pazza gioia del giorno di festa, un
ultimo dovere civico e umano: chi vuole da la propria adesione a
altri ragazzi, questi piu’ seri, che chiedono di firmare per
la donazione degli organi.Infine, sempre parlando ad altissima voce come e’ d’uso da queste
parti, si va per le strade , ci si siede ai caffe’, ai bar, ci si ferma
ad ascoltare le orchestrine Klezmer, fatte anche di soli due musicisti,
agli angoli delle strade, si riempiono i centri commerciali dove ogni negozio
o bar e’ preso d’assalto.Dopo essersi rifocillati, tutti in macchina per raggiungere le
spiagge e i prati dando vita ai famosi, mitici, pic nic israeliani
che finiscono a sera inoltrata.Alla fine della giornata , satolli e stanchi, si torna a casa per
guardare i risultati delle votazioni senza perdere, nell’attesa degli
exit pol, il famoso e dissacrante programma satirico Israel Nehederet,
letteralmente scatenato a prendere, anche pesantemente, in giro tutti i
politici .Questa e’ la primavera israeliana, il voto, l’allegria, la gioia di vivere,
il senso di responsabilita’ che si vede dall’affluenza alle urne, il desiderio
di rinnovarsi e di cambiare, di far posto ai giovani.Questa e’ la primavera di un paese democratico, giovane che, pieno di
speranza, anela alla felicita’ e a vivere in pace.Non le piazze Tahrir, non l’oscurita’ della morte violenta, non gli
assassinii, non gli stupri di donne, non le impalate di ambasciatori o lo
squoiamento del dittatore di turno.Quelle che i media di tutto il mondo , da due anni, nel modo piu’
bovinamente idiota , si ostinano ai chiamare “primavere arabe” non sono
altro che barbarie, violenza, incivilta’. Detto questo veniamo al risultato delle elezioni. Google in questi giorni e’
letteralmente intasato da migliaia di ricerche “Yair Lapid, Who?”,
nessuno sa chi sia questo giovane sconosciuto che, appena apparso all’orizzonte
politico, ha fatto man bassa di voti. Tutti, fuori da Israele, si
chiedono “ma chi e’ sto Yair Lapid?”.Innazitutto vi invito a pronunciare bene il suo nome, si dice Yair, come si
legge, I-A-I-R, lo sottolineo perche’ in questi giorni l’ho sentito
chiamare in tutti i modi dai giornalisti televisivi italiani: Aiaer, Giair ecc.Imparate a dirlo e a conoscerlo perche’, se non si fa fregare da se stesso o
da altri, potrebbe diventare il prossimo Primo Ministro di Israele.Bibi Netanyahu, grazie al rinnovamento voluto dagli israeliani, ha
perso molti seggi ma restera’ premier e si parla molto concretamente di
una coalizione con Yair (Lapid) e con Naftali (Bennet), quindi una vecchia
volpe alleata a due giovani rampanti intelligenti, attivi e combattivi e,
almeno uno dei due, decisamente bello e affascinante, cosa che non
guasta.Questa coalizione potrebbe avere 62 seggi , quindi piccola ma forte,
decisa, nuova , piena di giovani attivi, di donne attivissime, una
coalizione che potrebbe lavorare molto bene per il Paese.Certamente queste sono tutte speculazioni, aspettiamo ancora il voto dei
soldati che arrivera’ giovedi e poi proseguiranno le consultazioni. Questa e’ Israele, amici, un paese dove, al di la’ dei risultati, si
va a votare in festa, quasi fosse la Giornata dell’Indipendenza, e con
coscienza, consapevoli dell’importanza del voto.Forse e’ simbolico che la giornata delle votazioni sia caduta pochi giorni
prima del 26 gennaio, Tu Bi Shvat, la Festa degli Alberi quando milioni di
persone, bambini in testa, si sguinzaglieranno per il paese per
piantare migliaia di alberi.Rinnovamento e vita. Rinnovamento della vita e della natura.E’ un simbolo anche Il giorno successivo, il 27 gennaio, quando
piangeremo i nostri Sei Milioni con la certezza e il rimpianto che il
genocidio non sarebbe avvenuto se fosse esistito Israele.Come sempre nella storia del popolo ebraico si mescolano gioia e
disperazione, felicita’ e tragedia, tenebra e luce, paura e
SPERANZA.Buona primavera, Israele, unica luce in questo mare di
oscurita’mediorientale.Deborah Fait http://www.informazionecorretta.it/
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