lunedì 28 gennaio 2013


Cari amici, nel giorno della memoria della Shoah, penso al monumento che ho appena visitato sulle rive del Danubio a Budapest. Una fila di scarpe di uomini, donne e bambini, memoria degli ebrei che furono gettati nel fiume simbolo d'Europa dalle milizie naziste-ungheresi. Oggi si ricordano quei martiri insieme ai più di 600mila ebrei ungheresi sterminati durante la Shoah mentre siede in Parlamento una forza del 17 per cento che inneggia a Hitler e chiede le liste degli ebrei che siedono nelle istituzioni ungheresi ritenendoli "un pericolo per la sicurezza nazionale", una vera citazione hitleriana.
Il nome del loro partito è Jobbik. Ho appena guidato in Ungheria con l'inglese John Mann e l'israeliano Yossi Peled un gruppo di parlamentari europei e israeliani organizzati dall'ICJP (gli eletti ebrei di tutto il mondo)  dall'ICCA (l'organizzazione parlamentare contro l'antisemitismo) e dall'Israel Jewish Congress per chiedere conto alle autorità che governano le istituzioni di quel Paese di che cosa si pensa e di che cosa si fa del pericolo in cui sono costretti i 200mila ebrei e gli zingari che vivono in quel Paese. Perché per noi la situazione ungherese è la peggiore d'Europa per il numero di antisemiti e antizingari che professano il loro credo con l'appoggio di giornali e intellettuali e l'eco delle istituzioni in cui sono presenti, per le dichiarazioni sulla "industria dell'Olocausto", sul progetto ebraico di dominare il mondo, sulla criminalità sionista che tenta di distruggere l'Ungheria e lo spirito magiaro.E' un bombardamento continuo, mentre si sono formate milizie che marciano per le strade, i leader di Jobbik si dichiarano nazisti senza problemi, si bruciano le bandiere di Israele,è pericoloso indossare simboli ebraici fuori del ghetto di Budapest.Abbiamo sentito rispondere con sincerità dai ministri e i membri dei partiti e delle opposizioni ungheresi che c'è uno sforzo enorme per affrontare il problema, abbiamo ascoltato descrizioni molto interessanti di un lavoro culturale intensivo e di molti interventi legislativi. Ci è stato anche ricordato, ma purtroppo lo sapevamo bene, che tutta Europa è affetta dalla crescita dell'antisemitismo e dall'odio per gli zingari, da aggressioni verbali e fisiche, di cui la maggiore l'uccisione dei tre bambini ebrei e del loro maestro a Tolosa, in Francia.E' vero, ma quello che si vede in Ungheria è un rigurgito di puro nazismo europeo, privo di influenza musulmana, una malattia genetica tutta nostra che rischia dimensioni di massa presso le popolazioni europee. Le risposte che abbiamo avuto sono state accorate, ma ci hanno convinto che nessuno ha la formula per la guarigione. Non ci resta che continuare a combattere, la memoria non basta, la lotta dura è la risposta.
Fiamma Nirenstein.summitisrael.org

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