venerdì 8 marzo 2013

Israele per le donne del Sudan del Sud 
Di Ophelie Namiech http://www.israele.net/
Ogni anno, l’8 marzo, vengono organizzati migliaia di eventi ai quattro angoli del mondo per denunciare da diseguaglianza di genere e la violenza contro le donne e per celebrare le conquiste delle donne. La Giornata mondiale della donna offre un’opportunità unica a singoli, comunità, istituzioni e società per riflettere sulla condizione delle donne in tutto il mondo ed evidenziare le responsabilità di ciascuno nella fondamentale battaglia per la promozione delle donne.Quest’anno un’organizzazione israeliana celebra la giornata in modo molto particolare: IsraAID, l’agenzia non governativa per cui lavoro, sarà a fianco delle donne del Sudan del Sud nel loro sforzo di levare la voce contro la violenza di genere, e fare appello per l’eguaglianza di genere, in una nazione giovanissima che sta ancora cercando di darsi solide fondamenta economiche e sociali.IsraAID sviluppa programmi di sostegno agli sforzi delle comunità e delle istituzioni un po’ in tutto il mondo – ad Haiti, in Sudan del Sud, in Kenya e altrove – con lo scopo di migliorare la condizione delle donne. IsraAID mette a disposizione competenze israeliane e nord-americane nel campo del post-trauma, della violenza di genere e dei diritti delle donne per attivare fornitori di servizi in paesi che hanno patito disastri o conflitti.Nel Sudan del Sud, dove opero dal 2011, affianchiamo gli operatori sociali e la polizia nel loro compito di affrontare le sfide sociali più urgenti che colpiscono le donne e i bambini. Nello stato indipendente più giovane del mondo la violenza contro le donne è diffusa, aggravata da decenni di guerra. Nella capitale Juba stupri, traffico di esseri umani e prostituzione di minorenni sono tutti drammaticamente aumentati a causa della rapida e incontrollata urbanizzazione. In particolare, in alcuni slum i bambini sono esposti a orribili e prolungati abusi sessuali.Nonostante le dimensioni del problema, a Juba non esistono meccanismi efficaci di prevenzione e reazione alla violenza di genere. C’è ancora un divario enorme fra le comunità e le forze di polizia, che sono ancora percepite come violente e corrotte da una parte consistente della popolazione. Persiste un forte discredito verso le autorità militari e di polizia, mentre le pratiche tradizionali tendono a ostacolare lo sviluppo di un quadro di risposta coerente alla violenza sessuale.In questo contesto, IsraAID porta nel Sudan del Sud esperti israeliani che sono stati pionieri nel campo dell’assistenza post-trauma relativa alla violenza sessuale. Gli operatori del Sudan del Sud che lavorano con noi si relazionano con facilità a storie, sfide e successi israeliani: non molto tempo fa, anche noi eravamo impegnati a costruire solide fondamenta per la nostra nuova nazione. Come loro, anche noi, non molto tempo fa, eravamo decisi a promuovere una società forte dove uomini e donne godessero di eguale sicurezza. Gli esperti che hanno sviluppato questo campo in Israele – quelli che istituirono il primissimo protocollo di accompagnamento delle persone che hanno subito violenza di genere, e che concepirono i primi centri post-trauma – sono gli stessi che oggi stanno istruendo una nuova generazione di operatori per il cambiamento sociale nel Sudan del Sud.Da quando è stato avviato il programma, nel 2011, le persone che hanno subito violenza di genere a Juba sono sempre più disposte a parlare, nonostante i forti impedimenti della tradizione. Due settimane fa, per la prima volta nella storia della capitale un caso di stupro di una ragazzina di 14 anni è stato portato in tribunale grazie a un’intensa cooperazione fra agenti di polizia e assistenti sociali formati da IsrAID. Nonostante la forte paura e lo censura sociale, sono riusciti a convincere la madre della minorenne a denunciare e avviare un lungo e doloroso iter processuale.Non è la prima volta che gli sforzi congiunti di polizia e assistenti sociali danno frutti. Proprio l’ultimo giorno della nostra prima sessione di formazione congiunta è stata messa in campo una squadra composta da un assistente sociale, un investigatore e un attivista dei diritti umani per affrontare il primo caso mai denunciato alla polizia di matrimonio precoce forzato. Gli assistenti sociali hanno trovato una collocazione temporanea per la ragazzina e si sono occupati della sua famiglia, mentre la polizia indagava il caso.Non sono che alcuni dei tanti esempi che illustrano l’importanza di sviluppare un meccanismo di risposta complessiva che veda agire insieme i principali operatori che si occupano delle persone che subiscono violenza di genere a Juba. Guardando al futuro, IsrAID sta sviluppando un corso sull'investigazione dei casi di violenza di genere e intende portare in Sudan del Sud una squadra di ufficiali della polizia israeliana.Anche al proprio interno Israele sta facendo un grande lavoro per combattere la violenza contro le donne. Un po’ in tutto il paese sono sorti centri di assistenza che offrono aiuto medico e psico-sociale, sia immediato che a lungo termine. Ad esempio, la Fondazione Rashi ha supportato la creazione di centri per il trattamento di bambini vittime di abusi sessuali, favorendo lo sviluppo di una salda rete di servizi e luoghi protetti.Nella Giornata internazionale della donna e in ogni altro giorno dell’anno è fondamentale che noi, come israeliani, schierati a favore dell’eguaglianza di genere, ci poniamo come modello per le nazioni nuove e in via di sviluppo come il Sudan del Sud che hanno scelto il nostro paese perché li aiuti a creare le loro istituzioni sociali. Per loro, per noi e per il bene dei diritti umani e della dignità umana in tutto il mondo, abbiamo la responsabilità di essere come un faro fra le nazioni e un tramite verso una società in cui uomini e donne di ogni estrazione sociale, etnica e religiosa possano vivere in eguaglianza e liberi dalla paura.(Da: Times of Israel, 6.3.13)

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