lunedì 11 marzo 2013
Nugae - Dolci illusioni
Se
un’amica torna da Vienna con una Sacher, porta molto più che un
semplice souvenir o un illustre dessert. È una specie di gioiello, un
oggetto intriso di un senso di magia. E non c’è nemmeno bisogno di
essere golosi, perché che la torta sia buona, a parte essere comprovato
dalla sua fama, è in realtà l’aspetto meno rilevante della storia.
Tutto sta in quel suo fascino misterioso. Dovuto al fatto che la
ricetta è super segreta e che si trova solo in quel posto al mondo. E
che quel posto, l’Hotel Sacher, somigli tanto alla sala da ballo del
castello di Cenerentola. E anche nel fatto di sapere che questa ricetta
oggi così imitata sia nata per pura fortuna dal panico dell’ultimo
secondo (ovvero la forma più fruttuosa d’ispirazione) di un geniale
apprendista pasticcere sedicenne ebreo viennese, Franz Sacher appunto.
Ma per arrivare alla torta, è come se il fortunato destinatario del
regalo dovesse intraprendere un percorso d’iniziazione per immergersi
completamente in quel dorato mondo ottocentesco prima di poter tagliare
la prima fetta. Si parte dal sacchetto bordeaux con scritte dorate, da
cui si estrae un pacchetto avvolto in una carta decorata con delle
adorabili coppiette a braccetto, lui in divisa bianca e rossa, lei con
un lungo abito giallo con cappello abbinato, che galleggiano
passeggiando leggeri e nobili sullo sfondo sempre bordeaux. Dentro c’è
una scatola di legno dagli angoli d’oro, con all’interno un’ incisione
che rappresenta la facciata dell’Hotel Sacher. E ovviamente la torta,
liscia e profumata, col suo sigillo cioccolatoso in bella mostra come
un autografo. E poi eccola lì, la piccola brochure, il foglietto
illustrativo del mondo di Sissi. Che spiega come tutti quegli
incantevoli dettagli, le coppiette, gli angoli d’oro, l’incisione,
proprio tutti, siano parte del paragrafo “come identificare
l’originale”. In pratica, un’elegante messinscena, sembra quasi dire
“ci sei cascato”. Però alla fine che importa? È come quando si ordina
la tisana che si chiama Tramonto d’oriente solo perché sul menù c’è
scritto che il ribes ha proprietà rilassanti, o quando si compra una
costosissima penna al bookshop del British Museum solo perché viene da
Londra (e perché è rosa). In realtà sotto sotto si è consapevoli di
fluttuare fra le illusioni. Ma, non c’è niente da fare, il naufragar
m’è dolce in questo mare. Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche,http://www.moked.it/
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