venerdì 15 marzo 2013
Dopo quasi due mesi dalle elezioni politiche
israeliane del 22 gennaio, Benjamin Netanyahu, leader della coalizione
di centrodestra che ha ottenuto una maggioranza molto risicata dei seggi
nella Knesset (il parlamento unicamerale israeliano), è riuscito a
trovare un accordo con alcune forze politiche del paese per formare un nuovo governo.Il portavoce del Likud, partito di Netanyahu, ha annunciato giovedì
14 marzo che la coalizione che governerà il paese sarà formata insieme
ai centristi del Yesh Atid, il partito del popolare giornalista
televisivo israeliano Yair Lapid;
ai conservatori di HaBayit HaYehudi (“la casa ebraica”), del giovane
milionario Naftali Bennet; e ai centristi del partito Hatnuah (“il
movimento”), guidati dall’ex leader del partito Kadima, Tzipi Livni. In
totale la nuova coalizione dovrebbe poter contare su almeno 68 seggi dei
120 presenti nella Knesset, il parlamento unicamerale israeliano.La firma dell’accordo di coalizione dovrebbe avvenire durante la
giornata di oggi e il nuovo governo dovrebbe potersi insediare già la
prossima settimana, dopo che il presidente israeliano Shimon Peres
accorderà l’incarico a Netanyahu.La novità più importante di questa nuova coalizione di governo è
l’esclusione dei partiti ultraortodossi, tradizionali alleati di Likud e
presenza quasi fissa nel parlamento israeliano. Proprio a causa di
alcuni temi che coinvolgono gli ultraortodossi, si era creato
all’indomani delle elezioni uno scontro
piuttosto forte tra Netanyahu e Lapid: la questione più dibattuta erano
i vantaggi che vengono oggi concessi agli ebrei ortodossi, come la
possibilità per alcuni di non sottoporsi al servizio militare
obbligatorio.In compenso, Lapid aveva stretto una forte alleanza con il partito di Bennet, altro vincitore e sorpresa
delle elezioni di gennaio (12 seggi). Prima del voto Bennet aveva
dichiarato di volersi alleare con Netanyahu, per poi cambiare idea dopo
avere ottenuto l’inaspettato successo elettorale. La nuova coalizione di
governo, quindi, comprenderà i due partiti considerati come quelli che
meglio rappresentano una nuova generazione di politici israeliani e “un
nuovo modo di fare politica”.Il governo sarà guidato da Netanyahu, che insieme a Israel
Beiteinu (“Israele, la nostra casa”), il partito di Lieberman, aveva
ottenuto 31 seggi alle elezioni, prima lista in assoluto. Per quanto
riguarda la spartizione dei ministeri, gli accordi raggiunti
dovrebbero essere questi: Livni dovrebbe diventare il nuovo ministro
della Giustizia, con l’incarico di guidare i negoziati di pace con i
palestinesi. Il numero due del partito Yesh Atid, Shia Piron, dovrebbe
avere assicurato il delicatissimo ministero dell’Istruzione, quello che
decide le politiche da adottare nei confronti degli haredim
(gli ebrei ultraortodossi), la maggior parte dei quali studia nelle
scuole religiose fondate dallo stato. Lapid dovrebbe diventare ministro
delle Finanze e Bennet ministro del Commercio e dell’Economia.
L’importante ministero degli Esteri dovrebbe andare a Avigdor Lieberman,
stretto alleato di Netanyahu, anche se l’incarico verrà mantenuto dallo
stesso Netanyahu fino a che non verrà risolta l’incriminazione per frode e “breach of trust” (simile al nostro abuso d’ufficio) che costrinse Lieberman alle dimissioni il 14 dicembre scorso.http://www.ilpost.it/
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