“Il risarcimento di Israele? Lo devolverò ad Hamas”
http://www.lastampa.it/ Marta ottaviani
Vuole i soldi di Israele per darli in beneficenza ad Hamas e alla
Jihad islamica. È l’annuncio shock di Mehmet Tunc, attivista che si
trovava sulla Mavi marmara, la nave assaltata in acque internazionali
dalla marina israeliana nel 2010, mentre cercava di forzare il blocco e
raggiungere la Striscia di Gaza. Nello scontro morirono 9 persone di
nazionalità turca e vi furono parecchi feriti, fra cui Tunc. Stando al suo avvocato, anche lui, come le famiglie delle vittime,
avrà diritto alla compensazione economica da parte di Israele. E Tunc
sembra non avere alcun dubbio su come spenderla. “Se riceverò una
compensazione economica da Israele, non tratterrò nelle mie mani nemmeno
una lira turca – ha detto in conferenza stampa ai giornalisti –. Darò
il denaro in beneficenza ad Hamas e alla Jihad islamica”. L’attivista ha detto che quella sera di maggio ha visto morire nove
amici innocenti, sottolineando che si trattava di una missione di pace e
che l’attacco di Israele è avvenuto “contro le leggi internazionali”. Le dichiarazioni di Tunc potrebbero imbarazzare non poco il governo
islamico-moderato guidato da Recep Tayyip Erdogan e che proprio in
questi giorni è impegnato in un difficile tentativo di ricomposizione
dei rapporti con Gerusalemme, fortemente spinto dagli Stati Uniti. Due sere fa il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu ha
invitato a cena i familiari delle nove vittime dell’assalto, che, a
differenza di Tunc, non hanno ancora deciso se accettare la
compensazione economica israeliana. A loro ha spiegato i dettagli della
riappacificazione. La decisione sulla compensazione dev’essere unanime,
basta il no di un nucleo familiare per bloccare tutto.Lo scorso 22 marzo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, su
impulso del presidente Barack Obama, ha telefonato all’omologo turco
Recep Tayyip Erdogan per porgere le scuse ufficiali per l’assalto alla
Mavi Marmara, avviando così un lento e lungo cammino per la
normalizzazione fra i due Paesi, un tempo alleati strategici.
La seconda fase del processo dovrebbe essere la compensazione alle
famiglie delle vittime, che Israele si è sempre detto disponibile a
voler pagare.La terza fase, almeno nelle speranze turche, dovrebbe essere
l’abolizione del blocco a Gaza, ma proprio su questo punto potrebbero
sorgere dei problemi e non solo con Gerusalemme. Un rapporto stilato
dalle Nazioni Unite sull’attacco alla Mavi Marmara, infatti, evidenziò
che l’uso della forza da parte di Israele fu sproporzionato, ma
dall’altre parte definì legittimo il blocco alla Striscia. Un
particolare, questo, che fece infuriare il governo di Ankara, che definì
il documento “senza valore”.Gaza è un pensiero fisso per Erdogan, che nel 2009 durante il World
Economic Forum, durante un dibattito, attaccò violentemente il
presidente israeliano Simon Peres proprio su questo argomento, avviando
ufficialmente la crisi dei rapporti, incrinati già dal 2006, e che ha
raggiunto l’apice nei fatti del 2010.
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