domenica 14 aprile 2013
Oggi (13 aprile)
è uscito sul Corriere della Sera l’articolo di rettifica. In primo
luogo devo ringraziare tutti voi, tutte quelle persone (tantissime) come lo
stesso Corriere riconosce che hanno inviato messaggi di protesta per la
superficialità, voglia di sensazionalismo senza controllo dimostrato recensendo
un libro spazzatura,
non facendo nessun preventivo riscontro sulle evidenti falsità che conteneva.
Tesi e falsità talmente evidenti che qualsiasi persona in buonafede e dotata di
un minimo di conoscenza della vicenda (o dotato di un pc con accesso alla rete
per informarsi) poteva facilmente riscontrare.Probabilmente
senza queste centinaia e centinaia di messaggi anche la replica del Corriere si
sarebbe ridotta a poche righe.Questo
modo di fare giornalismo non fa onore al giornalista e, mi rincresce
dirlo, a un giornale importante e prestigioso come il Corriere della Sera.
Ritengo che esista una deontologia etica e morale dei giornalisti che
“imponga” di accertarsi delle fonti e della correttezza; qui era
semplicissimo. Peccato non l’abbia fatto.Concludo
con un paragrafo di un intervento del prof Gadi Luzzatto Voghera sul giornale
on line dell'Ucei che trovo particolarmente incisivo: "Questo strano modo di fare
storiografia “concorrenziale” a me sembra ingiusto e insensato. Certo, per ottenere
visibilità sulla stampa internazionale non c’è nulla di meglio per uno
scrittore che creare un caso, ma la realtà dei fatti in una situazione così
minutamente documentata e corroborata da centinaia di testimonianze come questa
non dovrebbe lasciare spazio a operazioni di business culturale. Quando si
studia e si pubblica su certi argomenti, bisognerebbe avere l’accortezza di
mettere in primo piano il valore e la sostanza morale delle azioni che si vanno
a studiare, senza scambiare il ruolo dello storico con quello del giudice,
incarico peraltro che nessuno ha conferito al signor Espada."
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