venerdì 17 maggio 2013

Bambina siriana salvata da cardiochirurghi israeliani
Una bambina di quattro anni proveniente dalla Siria è stata sottoposta con successo, lunedì, a un intervento vitale di chirurgia cardiaca presso il Wolfson Medical Center di Holon (Israele), nel quadro delle attività volontarie di Save a Child’s Heart (“Salva il cuore di un bambino”). Il caso della bambina, la cui identità non è stata divulgata per tutelare la famiglia dagli estremisti che imperversano nel suo paese, era stato presentato a Save a Child’s Heart da un’organizzazione umanitaria americana che opera in Giordania e Israele.La bambina è arrivata in Israele la scorsa settimana da un paese terzo dove lei e la madre erano giunte come profughi in fuga dalla guerra civile che infuria in Siria. Al suo arrivo, è stata visitata da un’équipe medica di Save a Child’s Heart che ha valutato che necessitava di un intervento a cuore aperto al più presto possibile: il tutto gratis, grazie al lavoro volontario dello staff medico e ai fondi raccolti. Ora la bambina si sta riprendendo, nel reparto di terapia intensiva della pediatria dell’ospedale Wolfson, in attesa di poter tornare in Giordania. “Senza l'intervento, poteva morire nel giro di pochi mesi, forse anche settimane” spiega il chirurgo, Lior Sasson. E aggiunge: “E’ incoraggiante poter eseguire un intervento chirurgico su una piccola proveniente da un paese ostile”.Stando al racconto della madre, i medici in Siria avevano scoperto la malfunzione cardiaca quando la figlia aveva sei mesi d’età, ma non erano disponibili terapie adeguate. “Continuavamo a portarla dai dottori – dice – ma non c’era niente che si potesse fare per lei. Non poteva né correre né giocare come gli altri bambini, e per la maggior parte del tempo stava davvero male”.Quando è scoppiata la guerra civile siriana, la madre si è resa conto che la famiglia, per salvare la figlia, non aveva altra scelta che lasciare il paese e cercare aiuto all'estero. Un anno e mezzo fa si sono spostati in Giordania, dove la madre si è rivolta a un'associazione cristiana americana supplicandola di aiutarla. A sua volta l’associazione ha contattato Save a Child’s Heart e pochi giorni fa, in coordinamento con il ministro degli interni israeliano Gideon Sa'ar, madre e figlia hanno potuto entrare in Israele.“ All'inizio temevo la reazione del regime siriano al fatto che venissimo qui – ricorda la donna – e naturalmente io stessa avevo paura a venire in Israele. Ma dal momento che siamo arrivate, mi sono sentita a mio agio. I dottori hanno trattato bene sia me che mia figlia”. E aggiunge che al Wolfson ha incontrato altri pazienti accuditi da Save a Child’s Heart, fra i quali molti palestinesi e arabi di altri paesi mediorientali.La fondazione israeliana Save a Child’s Heart, creata nel 1995 dal compianto cardiochirurgo pediatrico Amiram Cohen, ha già assistito più di 3.200 bambini in 44 paesi in via di sviluppo. Con l’intervento di lunedì, la Siria è diventata il 45esimo paese.(Da: Jerusalem Post, YnetNews, 14.5.13),http://www.israele.net/

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