domenica 30 marzo 2008

Masada



I 60 anni di Israele, un paese e le sue identità

Una proposta di reportage di Lucilla Rogai

Il 14 maggio del 1948 , dal salone di una delle poche case esistenti a Tel Aviv, David Ben Gurion proclama lo stato di Israele. Da allora, solo una dichiarazione di indipendenza fonda questo stato che a distanza di 60 anni non ha una costituzione e probabilmente non l’avrà mai. Non ha confini certi, ma soprattutto non ha mai avuto la pace.

La ragione per cui lo stato di Israele non ha ancora una costituzione è perché non riesce ancora a dare una definizione di sé stesso, né in positivo, né in negativo. Israele è una democrazia fondata sul lavoro…. Ma il 40% degli israeliani non lavora, perché gli ortodossi chassidim non vogliono lavorare ma solo studiare per tutta la vita. Lo stato li mantiene e questo naturalmente indispettisce chi produce. Israele è uno stato confessionale, ma la granparte degli israeliani è laica… Israele è uno stato fondato sulla discendenza ebraica, ma ci sono gli arabi musulmani, i beduini, i circassi e molte altre etnie e religioni rappresentate dai nuovi immigrati. Israele è uno stato socialista, ma gli esperimenti dei Kibbutz si stanno esaurendo, l’economia è libera e in espansione (Israele è leader mondiale per brevetti tecnologici), i modelli consumistici crescono, anche se lo stato continua ancora a sovvenzionare larga parte della società israeliana. Se Israele non difende la sua ebraicità, rischia di soccombere demograficamente e sotto le spinte antisemite, ma se si chiude diventa uno stato etnico, economicamente e politicamente isolato dal mercato globale e dalla comunità internazionale. E soprattutto contrario moralmente al credo di un popolo che, come nessuno altro al mondo, ha sofferto la pulizia etnica.

Israele è un crogiuolo di contraddizioni, che questo reportage vorrebbe evidenziare attraverso interviste e immagini su alcuni temi portanti: ebraismo ortodosso e laicità, gli arabi israeliani, l’immigrazione russa e le altre immigrazioni, la lotta per la sopravvivenza, anche allargando le maglie della legge sul ritorno. E poi l’economia, la ricerca, la lotta contro il deserto. Utopia e realtà: cos’è Israele oggi?


Roma, 19 marzo 2008

Nessun commento: