martedì 15 aprile 2008

Centro Rosh HaAyn, immigrazione dallo Yemen


Vi inviamo la sintesi della conferenza tenuta dal Prof. Riccardo Mauroner giovedì 27.03.08. Ci auguriamo che la nostra nuova iniziativa sia accolta favorevolmente, in particolare da coloro che non hanno potuto essere presenti.


ASSOCIAZIONE VERONESE ITALIA-ISRAELE


“Teodore Herzl: un umanista, padre del Sionismo e di Israele”RICCARDO MAURONER, docente di Filosofia e pubblicistagiovedì 27 marzo 2008, ore 18


Sintesi della conferenza


14 maggio 1948: nasce lo stato di Israele e, dalle foto del momento ufficiale, alle spalle di David Ben Gurion vi è il ritratto di Theodor Herzl, considerato a tutt’oggi il padre del sionismo ed anche sentito, evidentemente, come tale da chi condusse in porto, 44 anni dopo la sua scomparsa, l’impresa di costituire una nazione per gli ebrei in Eretz Israel.


La conferenza di Riccardo Mauroner ha presentato la figura di questo padre fondatore, potremmo definirlo, delineandola in maniera particolarmente vivida. Al centro i tratti umani di Theodor Herzl, la sua personalità, i sentimenti. Nato nel 1860 a Budapest, la madre lo orienta con decisione a formarsi nell’ambito della cultura tedesca del secondo ottocento. Sono anche gli anni della forte espansione dell’Haskalà nel mondo ebraico europeo. Un Theodor Herzl umanista, è questa infatti la suggestione che anima l’intervento di Mauroner, a partire dal titolo. Segue poi il trasferimento a Vienna, con la fiducia, che non vorrebbe venir meno, di poter contrapporre alla montata dell’odio antisemita – Vienna ne è la centrale principale di diffusione in questi anni – il proprio essere ebreo ma, nello stesso tempo, tedesco. Herzl fa il giornalista, si lega di amicizia con i figli di Freud, conosce anche Schnitzler, von Hofmannstahl, Karl Kraus… l’ambiente è questo. Ma, con l’inizio degli anni ’80, nell’est europeo la situazione degli ebrei, da sempre difficilissima, precipita. Anche incoraggiati dalle autorità, si susseguono progrom sanguinosi in numerose località della Russia.


Nei paesi d’Occidente arrivano notizie gravi ed anche decine di migliaia di persone in fuga. 1) L’idea che comincia a prendere corpo in Herzl, ben prima dunque del caso Dreyfus (1894), che egli seguirà proprio da Parigi, parte in questi anni viennesi, da una sensazione di pericolo estremo, dal presentimento di una situazione di non ritorno. Già prima, nel 1874, aveva potuto ascoltare le voci di minaccia nei confronti degli ebrei contenute nel discorso di apertura dell’anno accademico all’Università di Vienna. E poi altri episodi, più personali, fanno emergere in lui una nuova consapevolezza: non c’è più tempo da perdere, bisogna lasciare l’Europa! Leon Pinsker anche, nel 1882, scrive indicando l’antisemitismo come una malattia psichica, ereditaria e incurabile. 2) Nel ritratto di Mauroner, emerge netto lo sgomento di Herzl all’avvertire l’inefficacia del proprio essere imbevuto di cultura mitteleuropea, anzi di farne parte a pieno titolo, di fronte alla tragedia che stava maturando. Testimone sensibile, lo descrive Mauroner, della “doppia realtà” di quel periodo in Europa, cioè della grandezza, in decadenza, di una fase di cultura che aveva dato grande slancio alle migliori facoltà umane e dei mostri che al suo interno (meglio, dal suo interno) stavano affiorando. Ma dal senso di sgomento nasce una volontà, che verrà perseguita senza risparmio di forze. Era già attivo un sionismo cosiddetto “pratico” (3), quello degli Hovevei Sion, gli “Amanti di Sion”. La strada di Herzl, dovuta alla sua formazione e al contesto storico generale, oltre che alla particolare nota di urgenza che caratterizzava le sue scelte, consiste nello smuovere le coscienze, nel convincere e persuadere a fondare uno stato degli ebrei prima che sia troppo tardi. Il testo che concepisce a questo scopo è il famoso Der Judenstaat, del 1895. L’altro suo fronte di impegno, fondamentale, è rivolto a cercare di muovere le diplomazie europee affinché si pronuncino favorevolmente rispetto al progetto sionista. Un’attività questa che lo consuma, Theodor Herzl muore giovane, nel 1904, senza vedere lo sviluppo, da lui previsto, delle tremende dinamiche in atto. Ma in seno all’Organizzazione sionista mondiale, che si riunisce in congresso la prima volta nel 1897, a Basilea, il ruolo di Herzl ha un rilievo preponderante.


Forse la dichiarazione di Balfour, ottenuta diversi anni dopo la sua scomparsa, deve anche qualcosa all’opera di questo grande anticipatore. Da numerosi altri episodi, ci racconta Mauroner, che costellarono la vita di Herzl, votata alla realizzazione dell’impresa, capiamo ancora meglio la personalità particolare di quest’uomo, mosso dall’urgenza e dalla paura, come anche estremamente portato alla comunicazione, e molto amato dai settori popolari, dalla gente comune. A questo proposito rimangono due immagini forti: quella dell’accoglienza “da re” che gli riservano a Vilna migliaia di persone semplici e quella del suo funerale, al quale parteciparono masse di gente, che era affluita da vicino e da lontano, a bordo dei treni, per tutta la giornata.


Cinzia Foches 1) “Dal 1880 al 1914 oltre 2.000.000 di ebrei russi emigrarono negli USA; 200.000 in Inghilterra e 60.000 in Palestina.”, M. Gilbert, Atlante di storia ebraica, La Giuntina 1993, p. 762) Leon Pinsker, Auto-emancipazione. Appello ai suoi fratelli di razza di un ebreo russo3) Claudio Vercelli, Israele. Storia dello Stato, La Giuntina 2007, p. 52

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