martedì 27 maggio 2008

Gerusalemme

No. 403 - 1.2.08

Uno studio: dal 75% al 94% dei bambini di Sderot di età compresa tra i 4 e i 18 anni manifesta sintomi da stress post-traumatico

Secondo uno studio del Natal, il Centro Israeliano per le Vittime del Terrore e della Guerra, dal 75% al 94% dei bambini di Sderot di età compresa tra i 4 e i 18 anni manifesta sintomi da stress post-traumatico.La ricerca del Natal, che verrà pubblicata a giorni, si basa su un campione rappresentativo. Lo studio ha evidenziato che il 28% degli adulti e il 30% dei bambini di Sderot soffre di disturbi da stress post-traumatico (PTSD). Lo studio è stato coordinato dalla dr. Rony Berger, direttore del Dipartimento dei Servizi Comunitari del Natal e dal dr. Marc Gelkopf, con l’assistenza della dr. Mina Tzemach, che ha condotto il sondaggio.La città di Sderot e il Negev occidentale nel suo complesso sono stati sottoposti al fuoco di fila dei razzi lanciati dai militanti palestinesi nella striscia di Gaza per più di sette anni.Berger sottolinea la differenza tra sintomi da stress post-traumatico, come difficoltà a dormire e problemi di concentrazione, e il PTSD vero e proprio, che può interferire seriamente con la vita di ogni giorno. Berger dice che lo studio ha evidenziato che i bambini di età scolare hanno gravi sintomi di ansia e ha richiamato l’attenzione su una correlazione tra l’ansia del genitore e quella del figlio.Secondo il prof. Muli Lahad, direttore del Centro Comunitario per la prevenzione dello Stress Mashabim presso il college accademico Tel Hai, evacuare i bambini di età inferiore agli 11-12 anni senza i loro genitori non farebbe altro che accentuare i sintomi da stress post-traumatico.Dalia Yosef, direttore del centro per il trauma Hosen di Sderot, afferma che il numero dei bambini di 1-6 anni che soffrono di ansia e che hanno bisogno di cure di lungo termine è in aumento. La dottoressa sostiene che fino allo scorso maggio dei 305 bambini in questo gruppo di età che soffrivano di ansia, solo il 30% aveva bisogno di cure psicologiche di lungo termine. Gli altri hanno ricevuto solo cure immediate. Negli ultimi mesi, invece, sempre più bambini hanno avuto bisogno di cure ad ampio raggio per prevenire lo sviluppo del PTSD. Da maggio altri 105 bambini, il 70% dei quali ha ora bisogno di lunghe ed estese cure psicologiche, sono stati diagnosticati come sofferenti da trauma. Yaron Ben Shimol, la cui figlia Lior di 5 anni è stata ferita venerdì quando un razzo qassam ha colpito la casa dei vicini mentre lei stava giocando con i loro figli, ricorda che la bambina era stata curata da uno psicologo prima dell’incidente. Lior non è sola: 120 bambini di Sderot stanno ora seguendo una terapia di lungo termine per curare l’ansia. Yosef fa notare che alcune delle cure per l’ansia che vengono sviluppate a Sderot e in altre comunità vicino al confine con Gaza si concentrano sulla cura di stress costanti, senza poter prevedere una conclusione della terapia. Continua la dottoressa Yosef: “È un problema serio curare e prevenire lo stress post-traumatico quando non è post”. Noi prendiamo modelli esistenti per la cura dello stress e li adattiamo a una situazione in cui la minaccia non passa mai. Lavoriamo con i genitori per creare una dimensione in cui i loro bambini possano continuare a sorridere, a ricevere amore e a giocare, così che vengano creati per tutti ambienti positivi e sicuri”. Yosef racconta che al centro Hosen genitori e figli ricevono vari strumenti per gestire l’ansia, tra cui lezioni di respirazione e di tecniche di rilassamento. Va notato che a questo proposito il consiglio regionale dello Sha'ar Hanegev ha modificato il gioco del Monopoli per permettere ai giocatori di “lanciare” razzi Qassam come un modo per ridurre lo stress. È tutto finalizzato alla gestione di una situazione di lungo termine senza soluzione in vista.L’esperto: non portate via i bambini da soli Secondo il prof. Muli Lahad, direttore del Centro Comunitario per la prevenzione dello Stress Mashabim presso il college accademico Tel Hai, evacuare i bambini di età inferiore agli 11-12 anni senza i loro genitori non farebbe altro che accentuare i sintomi da stress post-traumatico. Quando i bambini vengono lasciati soli, lontani dalla loro comunità, immaginano che accadano cose orribili alla loro famiglia che è rimasta a casa. I bambini si convincono che tutto sia stato distrutto e ciò che vedono e sentono dai media non fa che rafforzare questa convinzione. “Quando è l’intera famiglia a venire evacuata, i problemi diminuiscono di molto, ma solo se si tratta di un’evacuazione di breve durata, per riposarsi e recuperare le forze”. Secondo una ricerca condotta dal centro Mashabim nelle comunità dell’Alta Galilea dopo la seconda guerra del Libano, l’evacuazione di una zona sotto bombardamento non è – come si crede di solito – la prima priorità per i residenti. La maggior parte delle persone intervistate ritiene che la preparazione dei rifugi pubblici sia la principale priorità per le autorità locali, quella che loro considerano la più importante. Di seguito nella lista delle priorità vengono la cura degli anziani e delle persone disabili e quindi i servizi sanitari.Quando è stato chiesto loro se erano disposti a rimanere nelle rispettive comunità senza i figli, la maggior parte dei residenti della Galilea ha risposto di no. “Chi pensa all’evacuazione senza considerarne le conseguenze, lavora sconsideratamente e non capisce qual è il prezzo da pagare”, dice Lahad, che in quanto residente di Kiryat Shmona, ha vissuto il problema sulla sua pelle.
L'Agenzia Ebraica per Israele sta offrendo assistenza finanziaria immediata alle vittime dei bombardamenti di razzi kassam a Sderot, grazie alla recente decisione di usare i fondi del Fondo per le Vittime del Terrorismo per assistere subito questi cittadini.Questa assistenza d'emergenza viene offerta dal fondo per le Vittime del Terrorismo dell'Agenzia Ebraica, che è sottoscritto dall'Unione delle Comunità Ebraiche e dal Keren Hayesod.La decisione del mese scorso ha fatto sì che venissero stanziati 300.000 dolari per gli abitanti di Sderot, per offrire un primo soccorso alle vittime dei bombardamenti di razzi kassam, in attesa dell'aiuto che riceveranno dal governo.

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