venerdì 23 maggio 2008


No. 417 - 23.5.08

Due vittime di attentati terroristici trionfano sulle loro ferite – Due storie di speranza
La vittoria di Orly
Orly Virani è stata gravemente ferita nell'attentato del 2002 contro il ristorante Matza di Haifa ● Oggi è in attesa del suo primogenito e sta pensando di partorire nello stesso ospedale dove ha lottato per la sua vita.

di Eitan Glickman - Yediot Ha’haronot 19.05.08

I dottori hanno lottato per cinque giorni per salvare la vita di Orly Virani, che era stata ferita gravemente nell'attentato suicida del marzo 2002 contro il ristorante Matza di Haifa. Temevano che non ce l'avrebbe fatta. Oggi Orly ha 27 anni, è felicemente sposata e aspetta il suo primogenito.
Il 31 marzo 2002 Orly doveva incontrare per pranzo Daniel Menchel, un suo caro amico. Un terrorista è entrato nel ristorante e si è fatto esplodere, uccidendo Daniel e altre 14 persone. Orly è rimasta ferita gravemente. Non è stato facile per Orly guarire dalle sue ferite sia fisiche che emotive, e sei mesi dopo lo scoppio della bomba è emigrata in Germania. “Sentivo che non ce la facevo più a vivere in Israele”, ha spiegato. “Ero completamente sopraffatta dalle mie paure, e ho deciso di trasferirmi da mia zia a Monaco di Baviera”.
In Germania Orly ha incontrato e sposato Sven. Oggi è incinta di sette mesi e la coppia sta easpettando il suo primogenito. La settimana scorsa Orly ha visitato l'ospedale Rambam per un controllo e ha deciso di cogliere l'occasione per chiudere il cerchio tornando nel luogo dove la sua vita è cambiata in modo così drammatico.
“Ero ferita molto gravemente”, ricorda. “Il mio corpo era pieno di schegge e mi hanno detto che la probabilità che una persona con quel tipo di ferite riesca a sopravvivere è inferiore al 20%. Nessuno allora parlava delle probabilità di rimanere incinta e di avere un bambino, ma io sapevo che sarei sopravvissuta. Sono forte. Lo sapevo che sarei sopravvissuta e ora, da un momento all'altro, diventerò mamma. Chi lo avrebbe mai detto! Per me venire a un controllo di gravidanza al Rambam, dove ho lottato per la mia vita, è una grande vittoria”.

Asael cammina di nuovo

Sei anni dopo aver perso una gamba in un attentato terroristico Asael Shabo, 15 anni, torna in Israele con una sofisticata protesi sportiva.

di Avi Zinger, Yediot Ha’haronot 19.05.08

Sei anni fa, nel giugno del 2002, un terrorista entrò nella casa della famiglia Shabo a Itamar nel Shomron, sparò a raffica e uccise Rachel Shabo e tre dei suoi figli: Neria (15 anni), Zvika (12) e Avishai (5). Asael Shabo aveva allora 9 anni e venne colpito da una scarica di proiettili che gli amputò la gamba.
Domani, sei anni dopo quel terribile attentato terroristico, Asael tornerà in Israele sulle sue due gambe, una delle quali è una sofisticata protesi che è stata messa a punto negli Stati Uniti e che costa 70.000 dollari. “Papà, posso correre con due gambe”, ha detto al padre un emozionato Asael prima di tornare in Israele.
Dal giorno in cui è stato ferito nell'attentato terroristico, Asael, che oggi ha 15 anni, aveva sempre rifiutato di indossare una protesi, preferendo usare le grucce o saltellare su una gamba sola. Prima dell'attentato giocava a calcio, ma dopo ha deciso di dedicarsi alla corsa e si era convinto che una protesi avrebbe ostacolato i suoi sforzi di primeggiare.
L'atteggiamento di Asael è cambiato quando ha incontrato Shlomo Nimrod, un uomo d'affari americano, veterano dello Tsahal e invalido di guerra, che indossa una protesi appositamente progettata per correre e fare sport (simile a quella che usa il campione olimpico sud africano Oscar Pistorius). Nimrod ha convinto Asael a farsi preparare una protesi simile alla sua e ha persino preso accordi con l'Istituto negli Stati Uniti che mette a punto questo tipo di protesi.
Asael è partito per gli Stati Uniti poco prima del Giorno dell'Indipendenza e un paio di giorni dopo già correva e saltava su due gambe. “Tutti erano senza parole; non potevano credere ai loro occhi”, ricorda Guy Solomon, un rappresentante dell'organizzazione Etgarim che ha accompagnato Asael in America. “Tutti sono rimasti sorpresi dalla velocità con cui si è adattato alla protesi. Asael è un ragazzo incredibile, con una gran voglia di vivere. È un adolescente molto coraggioso, che ha subito un terribile trauma e dopo tutto quello che ha passato sono felice che siamo riusciti a restituirgli alcune delle gioie della vita. Il sorriso stampato sul suo volto quando ha visto che stava in piedi su due gambe ci ripaga di tutto".
“Volevamo che fosse in grado di fare quello che fa ogni altro ragazzo della sua età, di giocare a calcio e di correre come chiunque altro”, ha aggiunto Guy. “Non appena torna in Israele cominceremo ad allenarci per le sfide sportive che lo aspettano”.
Boaz, il padre di Asael, era accanto a lui nella gioia e nell'emozione di ieri. “Dopo tutto quello che ha passato non vedo l'ora di vederlo su due gambe”, ha detto. “Lo so che riuscirà in qualunque cosa che deciderà di fare. È un lottatore testardo, un vincitore!

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