lunedì 2 giugno 2008

deserto del Neghev - kibbutz Neot Semadar

Vivere da uomini liberi

Sono tornato dal più bel viaggio della mia vita . Sono arrivato a Roma da Israele a Gennaio del 2007 ed ero felice perché avrei potuto raccontare a tanti amici della mia esperienza. Avevo conosciuto un Paese fatto di intelligenze, di spiriti, di umanità varie e ricche di fermenti. Ero entusiasta del fatto che con la mia testimonianza, molti “nemici” d’Israele si sarebbero posti delle domande, avrebbero incominciato a porsi degli interrogativi. Quanto tortuosa potesse essere la mia “missione” non l’ immaginavo, nonostante i preavvisi di mia sorella Chicca (esperta in materia d’ intolleranza). Quando inizi a parlare d’ Israele avverti una sorta di imbarazzo da parte del tuo interlocutore, quasi che tu dichiarassi d’essere un “diverso” di qualunque natura. Noti che ti ascoltano preoccupati di non essere intercettati da altri, provano, taluni, ad interloquire con le solite menate del tipo “ma i bambini palestinesi…”, come se gli israeliani fossero quegli orchi descritti da tempo ( ma i mangiatori di bambini non erano i comunisti?Allora non sono solo loro!) e che ospedali, scuole, strutture in Israele fossero ad esclusivo beneficio dei figli di Sion. Spesso mi è capitato di intercettare l’ imbarazzo in chi ti ascolta, perché, in realtà, la gente non conosce, non sa , vive solo di “ ho sentito dire”, oppure di falsità macroscopiche che fanno parte di un bagaglio di pressappochismo ed intolleranza becera trasversale ma, spesso, appartenente alla sinistra più oltranzista. Purtroppo ho un caro amico che appartiene a quest’ ala politica e con lui abbiamo discusso vivacemente d’ Israele e di Palestina. Ho capito che è radicato in intellettuali ( quest’ amico è docente di storia e filosofia presso un liceo classico) il concetto di Israele come fonte del male del medio oriente e , costoro, fanno una fatica immane a pensare che, per comprendere, è necessario vedere e sapere la verità, qualunque essa sia , anche a costo di smentire le convinzioni di una vita e quelle certezze di sempre che hanno costruito il vero muro d’incomprensione e d’ odio verso gli ebrei e la loro terra. Comunque non mi arrendo! Continuerò a battermi e a lottare per la verità che conosco , perché la consapevolezza della ragione mi da’ un’energia talmente forte da non temere la battaglia! Shalom a tutti.
Luca Scarabello

Nessun commento: