domenica 14 settembre 2008




I passi del Messia. Per una teologia ebraica del cristianesimo, di M. Morselli, Marietti, Genova-Milano 2007.

Marco Morselli, già ben noto come curatore e commentatore di opere filosofiche e teologiche nel campo dell’ebraismo, esordisce come autore con il libro I passi del Messia. Per una teologia ebraica del cristianesimo, attraverso il quale si propone di offrire il proprio contributo al dialogo tra le due fedi.
Benché negli anni più recenti numerose siano state le pubblicazioni che hanno affrontato tale tema, lo studio di Morselli presenta indubbi caratteri di originalità e si segnala per il rigore intellettuale, la profonda conoscenza della materia trattata e al tempo stesso il coraggio da parte dell’Autore di “esporsi” nel proporre le modalità di un percorso che ebrei e cristiani potrebbero compiere insieme, pur mantenendo ciascuno la propria identità.
La venuta del Messia per gli ebrei, o il suo ritorno per i cristiani, costituisce l’evento che fa da sfondo a tutta la ricerca. «Tra Roma e Gerusalemme corre una particolare tensione messianica» afferma Morselli, il quale, sin dall’introduzione, confuta l’opinione ben diffusa secondo la quale il maggior problema nel rapporto tra le due fedi è costituito dalla questione se Gesù sia o no il Messia, mettendo invece in evidenza che l’interrogativo fondamentale riguarda la posizione assunta da Rabbì Yeshuà ben Yosèf nei confronti della Toràh: egli è venuto per abolirla o piuttosto per diffonderla nella sua pienezza? Purtroppo, fino all’epoca conciliare, la famigerata teologia della “sostituzione” ha pesantemente contrassegnato il pensiero e l’atteggiamento concreto della Chiesa, la quale, autoproclamatasi novus Israël, aveva reciso i suoi legami con l’ebraismo e si era impadronita della figura di Gesù, alterandone i connotati e cercando quanto più possibile di sradicarlo dal suo popolo e dal contesto in cui era vissuto.
Il cambiamento di rotta nei confronti dell’ebraismo verificatosi nel XX secolo nelle Chiese cristiane in generale e in quella cattolica soprattutto attraverso l’azione dei pontefici Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II ha portato abbondanti frutti. «Tutta la comunità pagano-cristiana è ospite della casa d’Israele…- afferma Karl Barth - Come potrebbe allora andare in missione presso Israele? …Cosa avremmo da insegnargli che egli non sappia, e che non dovremmo piuttosto imparare da lui?»
Sollecitato dal nuovo clima e dai conseguenti interrogativi da esso scaturiti, Morselli avverte l’esigenza di ripercorrere le tappe fondamentali dello sviluppo, nell’ambito dell’ebraismo, di una riflessione teologica sul cristianesimo in una prospettiva messianica, attraverso la presentazione della vita e del pensiero dei più significativi intellettuali, vissuti nell’Ottocento e nel Novecento, che si sono occupati di tale complesso problema e che hanno aperto nuove prospettive ad un fecondo dialogo interreligioso. I dieci capitoli che compongono il libro, dedicati rispettivamente a E. Benamozegh, A. Pallière, J. Klausner, J. Isaac, I. Zoller, F. Rosenzweig, G. Scholem, A. Chouraqui, L. Askénazi e J. Taubes, delineano con efficacia, accanto alle vicende personali dei singoli pensatori, gli aspetti più significativi e originali della loro riflessione, talvolta connessi con particolari esperienze di vita. Scorrono così davanti agli occhi del lettore pagine di estremo interesse che lo introducono in un universo variegato, ricco di straordinarie sollecitazioni intellettuali e spirituali: come dimenticare infatti le pagine dedicate a Elia Benamozegh, in cui si sottolineano i profondi legami del cristianesimo con l’ebraismo, da ricercarsi soprattutto nella linea del pensiero esoterico che ha dato vita alla Qabbalah, o come non essere colpiti dalla riflessione di Aimé Pallière – la cui “conversione” all’ebraismo non è consistita nell’abbandono del cristianesimo, ma in un radicale cambiamento del suo esser cristiano nei confronti di Israele, o dal proposito di Joseph Klausner di ridare a Yeshua (Gesù) il posto che gli compete all’interno della storia nazionale ebraica e della storia universale?

Nessun commento: