lunedì 6 ottobre 2008


Angelo Rotta

Angelo Rotta (Milano, 9 agosto 1872 – Città del Vaticano, 1 febbraio 1965) è stato un arcivescovo cattolico e diplomatico italiano. È stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem per il suo eccezionale impegno nel sottrarre gli ebrei all'Olocausto perpetrato dai nazisti.
Vita
Fu ordinato sacerdote il 10 febbraio 1895.
Entrato a far parte della diplomazia vaticana, presso la quale rimase lungamente in servizio, fu nominato, poco più che cinquantenne, internunzio apostolico per il Centroamerica il 12 ottobre 1922 con il titolo di Arcivescovo di Tebe. L'ordinazione episcopale avvenne il 1º novembre 1922. Fu in Turchia come vicario apostolico di Costantinopoli dal 1925 al 1930, quando passò a prestare servizio nei Balcani, ove rimase sino allo scoppio e durante la Seconda guerra mondiale.
L'impegno per la salvezza degli ebrei
In qualità di membro del Corpo diplomatico vaticano in Bulgaria si prodigò per la salvezza degli ebrei minacciati di sterminio, fornendo loro, a questo scopo, falsi certificati di battesimo e persino passaporti che consentirono a numerose persone di riparare nell'allora Palestina britannica.
Tale attività a favore degli Ebrei gli valse la promozione a nunzio apostolico a Budapest (Ungheria) ove, tra il 1944 e il 1945 con fermo coraggio, elevò proteste contro la deportazione degli ebrei, unendosi agli sforzi compiuti con gli stessi mezzi e gli stessi obiettivi dal diplomatico svedese Raoul Wallenberg e dall'italiano Giorgio Perlasca (facente funzioni di addetto all'ambasciata spagnola). Mons. Rotta si attivo' in modo concreto per assicurare la salvezza degli ebrei perseguitati attraverso diverse misure eccezionali, che inclusero la distribuzione di ben quindicimila carte di protezione, che ponevano i relativi portatori direttamente sotto la protezione dello Stato Vaticano, oltre alla produzione di innumerevoli falsi certificati di battesimo, tesi a salvare i titolari dal lavoro forzato loro imposto dalle autorità collaborazioniste e dai nazisti.
Di particolare rilievo fu, tuttavia, la creazione di una intera rete costituita da numerose "case protette" le quali, godendo di extraterritorialità, costituirono un rifugio per centinaia di ebrei ricercati e minacciati di morte dai nazisti, questi ultimi guidati personalmente da Adolf Eichmann e dai fascisti ungheresi aderenti al movimento delle "Croci Frecciate".
Secondo la testimonianza oculare di Rafael Maria Stern, un ebreo ungherese poi deportato ad Auschwitz e successivamente emigrato in Israele, Angelo Rotta ospitò diversi ebrei direttamente nella Nunziatura e, in una occasione, si rese protagonista di un gesto eroico: personalmente presente presso la stazione ferroviaria, interpose la propria persona fisicamente per impedire temporaneamente la partenza di un convoglio di vagoni piombati carichi di deportati ebrei avviati allo sterminio. Distribuiti sul posto i passaporti vaticani che recava con sé ai prigionieri, ottenne il rilascio immediato di un centinaio di persone prima che il treno ripartisse.
Lasciati gli impegni diplomatici, Angelo Rotta prestò servizio presso la Curia romana sino all'età di oltre 84 anni, ritirandosi dalle attività pubbliche nel 1957. Morì, novantaduenne, in Vaticano, il 1º febbraio 1965. A Budapest, sull'edificio che durante la guerra ospitava la Nunziatura apostolica, in piazza Dísz, una lapide commemorativa ricorda la memoria del suo impegno umanitario.
Impegno della diplomazia vaticana a favore degli ebrei
A testimonianza del vasto impegno vaticano nell'assicurare la salvezza degli ebrei nell'Europa Orientale, va ricordato anche il ruolo, simile a quello di Angelo Rotta, svolto dai Nunzi apostolici Giuseppe Burzio in Slovacchia ed Andrea Cassulo in Romania. Importante fu anche il contributo di Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, il quale, nunzio in Turchia, più volte viaggiò verso l'Europa Orientale occupata dai nazisti per assicurare salvezza agli ebrei. http://it.wikipedia.org/




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