lunedì 27 ottobre 2008


IDA BRUNELLI

Una monselicense tra i "Giusti" d'Israele
Ida Brunelli (poi Lenti) nata a Monselice in provincia di Padova, era una ragazzina che, durante la guerra, riuscì con determinazione e coraggio a salvare la vita ai tre bambini ebrei che aveva in cura. La coppia ungherese Toth Kalman e Yuzzi Galambos, entrambi artisti, ballerini e musicisti, era giunta in Italia nel 1930. Yuzzi lavorava anche come traduttrice e dava lezioni private di tedesco. Nel 1940, Kalman era ritornato in Ungheria ed era stato arruolato nell'esercito ungherese.
Dopo essere stato ricoverato in ospedale per problemi di salute, nel 1942 la corrispondenza con lui si era interrotta e da allora nessuno seppe più che cosa gli fosse successo. Yuzzi, rimasta sola, lottò per guadagnarsi da vivere e per mantenere i suoi tre figli: Alessandro, di otto anni (poi Zvi Yànai, che diventò direttore generale del ministero della Scienza e della Tecnologia in Israele), Fiorenza, di tredici (poi Judit Adier) e Lisetta di dodici. Durante la guerra, i Kalman andarono ad abitare a Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo, assieme alla giovane bambinaia Ida Brunelli, di quindici anni, considerata membro della famiglia. Ida era all'oscuro del fatto che la famiglia Kalman fosse ebrea, cosa che non si riusciva a desumere dalle loro abitudini. I bambini sapevano solo che la madre aveva un fratello in Israele (allora Palestina). Nel 1943 Yuzzi si ammalò di cuore e nel gennaio del 1944 morì di angina pectoris. Sul letto di morte, chiese a Ida di prendersi cura degli orfani e le rivelò la loro identità ebraica consegnandole un documento che lo dimostrava. Nei giorni a venire, durante l'occupazione e la persecuzione degli ebrei, Ida mantenne il segreto e non mostrò mai a nessuno il documento. Dopo la morte di Yuzzi, la giovane Ida diventò come una madre per i bambini, ma riusciva con difficoltà a nutrirli per la carenza di risorse economiche. Disperata, decise di portarli da sua madre Maddalena a Monselice. Essi furono presentati come profughi ungheresi, furono loro insegnate in fretta le preghiere cattoliche e nessuno sospettò che erano ebrei. Tuttavia, anche lì Ida non riusciva a provvedere ai bambini da sola e così si rivolse al podestà (sindaco non elettivo) che fu pronto a dare il suo aiuto per trovare istituzioni cattoliche vicine a Padova disposte ad accettare i bambini. Una volta sistemati là, Ida li andava a trovare regolarmente e passava con loro tutte le domeniche. Era una ragazzina inesperta ma si occupò dei tre bambini che le erano stati affidati con una maturità unica, tenendo sempre a mente le ultime parole della loro mamma.
Dopo la guerra, con l'aiuto del sindaco, si mise in contatto coi soldati della Brigata Ebraica che cercavano di reperire in tutta l'Italia gli ebrei orfani. Uno dei soldati, Shiomo (Sever) Rovitz, ricorda ancora quel giorno di giugno del 1945 quando la diciottenne Ida comparve coi tre bambini al campo militare di Santa Colomba, vicino a Siena.La ragazza gli disse che i bambini erano ebrei e gli raccontò le loro peripezie durante la guerra. Rovitz, dopo aver verificato il racconto della ragazza, rimase estremamente colpito dal suo coraggio e dal suo impegno. La giovane però non volle lasciare i bambini nel campo coi soldati fino a che non fu sicura che essi salissero davvero a bordo della nave che partiva da Napoli alla volta della Palestina.
Nel 1950 Ida scrisse una lettera al rabbino capo di Roma raccontandogli la sua storia. Il settimanale ebraico italiano «Israel» pubblicò un articolo dal titolo Un caso di coscienza. Ida visse sempre molto modestamente, si sposò tardi e non ebbe figli propri.
Il 24 febbraio del 1993, Yad Vashem ha riconosciuto Ida Lenti (nata Brunelli) come Giusta tra le Nazioni. Dossier 3995
NOTE STORICHE
I Giusti tra le Nazioni sono i non ebrei che durante la Shoah salvarono uno o più ebrei dalla deportazione e dalla morte rischiando la propria vita e senza trarne alcun vantaggio personale. Yad Vashem, l'Istituto per la Memoria della Shoah, organismo ebraico ufficiale sorto nel 1953 a Gerusalemme sul colle della Rimembranza e volto a preservare la memoria della Shoah, si dedica dal 1963 alla ricognizione e al riconoscimento di questi salvatori.
Una commissione di trentanove membri presieduta da un ex giudice della Corte Suprema vaglia la candidatura a Giusto tra le Nazioni, autorizza l'apertura di un dossier e nomina un esperto della storia e della lingua del paese considerato. Coloro che vengono riconosciuti Giusti e, in alcuni casi, i loro rappresentanti, partecipano a una cerimonia che si svolge sia a Gerusalemme che nel paese di residenza, durante la quale ricevono una medaglia e un diploma d'onore, piantano un albero lungo il viale dei Giusti a Yad Vashem e presenziano all'incisione dei loro nomi sui muri che circondano il giardino del Memoriale.
I Giusti tra le Nazioni riconosciuti da Yad Vashem oggi sono più di 20.000. Tra questi più di 400 sono italiani, uomini e donne che hanno nascosto, protetto e nutrito ebrei in pericolo di vita per settimane, a volte mesi. Molte delle loro storie sono qui raccolte a dimostrazione e ricordo dell'esistenza, malgrado la tragedia che colpì il popolo ebraico, di uomini e donne che non sono rimasti passivi ma hanno rischiato la vita

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